REDAZIONE UMBRIA

Bar e ristoranti, rischio usura. ‘Fateci riaprire’

I titolari sono tornati di nuovo in piazza. Le richieste della Fipe: "Saracinesche alzate entro il 24. Stop tassazione e niente sagre per il 2021"

Un momento della protesta

Bar, pizzerie, ristoranti, locali vogliono "certezze", ma soprattutto chiedono di "riappropriarsi del loro futuro". In concomitanza con l’Assemblea nazionale Fipe di Roma, anche l’Umbria è scesa in piazza per fare le sue richieste alla politica. Imprenditori del settore ristorazione e bar hanno animato un presidio in piazza Italia per ricordare alla Regione e alle istituzioni locali la necessità di "un impegno concreto e non più dilazionabile". Una delegazione è stata ricevuta dai consiglieri Vincenzo Bianconi, Tommaso Bori, Thomas De Luca, Paola Fioroni, Andrea Fora, Valerio Mancini, Eleonora Pace, Stefano Pastorelli, Marco Squarta.

"I consiglieri – riporta la Fipe – hanno dichiarato disponibilità nei confronti delle richieste delle nostre imprese e hanno impegnato la Regione a lavorare concretamente su questo fronte". A rischio ci sono almeno 1.500 imprese in Umbria, e migliaia di lavoratori. "Così non si può andare avanti. Le risposte devono arrivare ora, e mettere in condizione le imprese di ripartire presto e con il piede giusto". Il comparto vuole una data per rialzare le saracinesche e un piano per farlo in sicurezza. "Siccome hanno dato fondo a tutte le loro risorse per cercare di sopravvivere in questo durissimo ultimo anno – incalza il presidente Romano Cardinali – i colleghi si aspettano dalla politica un aiuto vero e concreto anche dal punto di vista finanziario e uno stop alla tassazione che continua a correre, anche con le aziende chiuse. Il rischio è che si inneschi una spirale ancora più drammatica e pericolosa: le imprese non hanno le risorse necessarie per far fronte ai pagamenti che, nonostante l’emergenza, vengono richiesti. Così finiscono nelle liste dei cattivi pagatori e possono essere per questo esclusi da eventuali bandi pubblici. Alcuni cadono nella ragnatela degli usurai: una prospettiva possibile, come ha ricordato nei giorni scorsi anche il presidente della Fondazione Umbria contro l’usura, Fausto Cardella. Ciò che abbiano ottenuto finora – conclude Cardinali – è del tutto inadeguato e insufficiente". Il pressing: programmare una riapertura delle attività sia a pranzo che a cena, non oltre il 24 aprile, con prenotazione obbligatoria per garantire la massima sicurezza. Mentre ai Comuni si caldeggia l’esenzione totale dal pagamento di Tari e Imu per il 2020 e per i primi tre mesi del 2021, e una rimodulazione di tributi e tasse locali sulla base delle condizioni in cui si troveranno ad operare le imprese, fino alla fine del periodo di crisi. Stop alle sagre per tutto quest’anno.

Silvia Angelici