
Il livello di guardia per i luoghi sensibili, come le stazioni, si è. alzato ancora
Riunioni urgenti nelle Prefetture di Perugia e di Terni con i vertici della forze dell’ordine. Conseguenza dello scenario internazionale che è precipitato rapidamente, da domenica, con l’intervento diretto degli Stati Uniti nella contesta, a suon di missili, tra Israele e Iran. Riunioni tecniche per disporre un ulteriore potenziamento della vigilanza su quelli che sono gli obiettivi sensibili del territorio regionale, oltre alle misure già in essere dall’inzio della ulteriore crisi in Medio Oriente. Obiettivi sensibili come l’aeroporto di San Francesco e le stazioni ferroviarie, gli edifici istituzionali e le principali città turistiche e le più apprezzate località, con particolare attenzione ad Assisi per la sua valenza anche religiosa, e Orvieto oltre i capluoghi Perugia e Terni. Allo stesso modo, risultano da sempre essere al centro dell’attenzione, quando la soglia di allerta si alza, le dighe come quella sul lago di Corbara. E oltre ai luoghi, sono le occasioni ad essere “sorvegliate“ speciali tanto da ipotizzare un ulteriore potenziamento dei controlli in queste particolari occasioni, anche e in particolare, in questa specifica fase storico-politica.
Nello specifico per l’Umbria non risulterebbero esserci segnali specifici, ma, come in tutta Italia, il livello di protezione si è inevitabilmente innalzato anche in seguito alle indicazione pervenute dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Dal Comitato l’indicazione è quella di incrementare l’attività di analisi e prevenzione dei rischi su un totale di 29mila siti in tutto il territorio nazionale. Se in Umbria non sono presenti sedi diplomatiche né statunitensi né israliane, dalle riunioni nelle due Prefetture è emersa la necessità di elevare il livello di guardia su potenziali obiettivi collegati a interessi dei due Paesi.
L’attenzione sul fronte dei rischi connessi al terrorismo internazionale è, comunque, molto alta, se si pensa, per esempio, alla recente indagini condotta dai carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura distrettuale antimafia, che ha portato all’arresto di un 20enne marocchino che, secondo gli inquirenti, oltre ad aver avviato un’attività di autoaddestramento on line, svolgeva una mirata campagna di proselitismo via piattaforme di messaggistica. E, soprattutto, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe manifestato la sua disponibilità a entrare in azione anche in Occidente e ad aderire, mettendo a disposizione le sue conoscenze informatiche, all’Iskp, un’articolazione dello Stato Islamico, a cui l’indagato avrebbe in modo palese aderito. Tra i suoi contatti, secondo le indagini, anche un componente dello stesso Iskp che viene collocato in campi di addestramento dell’organizzazione con il quale, sempre secondo le indagini del Ros, avrebbe condiviso un piano, non ben precisato, per colpire.
Un’indagine importante, frutto di un’attività di prevenzione che si è mossa sul web, un mondo che abbatte distanze e confini territoriali e che permette anche a un soggetto geograficamente isolato di diventare un potenziale pericolo per la sicurezza, tanto da far allertare anche i servizi segreti americani sui rischi per i propri connazionali