Arpa, incarico all’ex direttore. Assolta la giunta-Marini: "Non ci fu danno erariale"

La Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti ha respinto la richiesta di risarcimento di quasi 300mila euro. "La Regione ha agito correttamente" .

Arpa, incarico all’ex direttore. Assolta la giunta-Marini: "Non ci fu danno erariale"

Arpa, incarico all’ex direttore. Assolta la giunta-Marini: "Non ci fu danno erariale"

Il rinnovo dell’incarico come direttore generale di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale dell’Umbria, di Walter Ganapini avrebbe provocato un danno erariale alle casse della Regione perché illegittimo. La Procura della Corte dei Conti chiede il risarcimento di quasi 300mila euro, tutti vengono assolti. Nello specifico, Ganapini avrebbe mantenuto il suo incarico anche nel 2018 e nel 2019 pur essendo andato in pensione nel 2018. Il contratto aveva validità quinquennale, dal 2014 al 2019. Il danno, secondo l’accusa, sarebbe stato corrispondente a quanto percepito di retribuzione dall’apicale di nomina della giunta regionale, per un incarico che, per legge non avrebbe potuto più ricoprire. Per questo motivo, la Procura della Corte dei Conti dell’Umbria, su input di un esposto, ha convenuto in giudizio lo stesso Ganapini e l’esecutivo dell’epoca, ovvero la presidente Catiuscia Marini, gli assessori regionali Fernanda Cecchini, Carla Casciari, Vincenzo Riommi, Stefano Vinti e Fabio Paparelli, oltre ai funzionari Catia Bertinelli, in qualità di estensore del documento istruttorio predisposto per la delibera con cui si dava l’incarico, Catia Bertinelli in quanto firmataria del parere di legittimità, Giampiero Antonelli che aveva dato il parere di coerenza, Stefano Strona e Stefano Guerrini in qualità presidente il primo e componente (con Bertinelli) il secondo della commissione esaminatrice che aveva valutato i curriculum dei candidati ritenuti idonei per assumere l’incarico.

La Procura contabile aveva chiesto un risarcimento di circa 289mila euro, corrispondente alle retribuzioni percepite dal direttore generale nel 2018-2019. Gli imputati avevano rivendicato la correttezza dell’operato sostenendo come l’incarico fosse stato affidato a Ganapini quando non era ancora in pensione, pensionamento sopraggiunto dopo 4 anni di incarico. Un incarico, avevano sottolineato ancora le difese, svolto pienamente e con indubbia utilità per l’ente, dopo che la scelta era stata motivata in base al curriculum attraverso una selezione pubblica. La Corte dei conti ha accolto la tesi della difesa, sostenendo come la nomina non sia stata antigiuridica e non ci sia stato danno all’erario, assolvendo gli imputati dalle contestazioni avanzate.

"Accogliamo con soddisfazione l’esito assolutorio della sentenza della Corte dei conti dell’Umbria emessa – tra gli altri – nei confronti di Catiuscia Marini, già presidente della Regione Umbria, e della sua Giunta. Abbiamo sempre avuto fiducia che venisse riconosciuto la correttezza dell’agere dell’amministrazione regionale nella vicenda relativa alla nomina del direttore generale dell’Arpa Umbria, Walter Ganapini. La Sezione giurisdizionale dell’Umbria ha approfondito il caso, di rilievo e complessità, accertando l’insussistenza di qualsiasi profilo di antigiuridicità nell’operato degli amministratori", è il commento dell’avvocato Nicola Pepe che difende l’ex governatrice Marini.