
Manca il “filtro“ per l’ospedale
Quello del Consultorio è un servizio essenziale per qualsiasi territorio, a tutela della salute sessuale e riproduttiva della donna come previsto dalla legge 405 del 1975. Il Consultorio Alto Chiascio, a cui fanno riferimento Gubbio e Gualdo Tadino, è stato penalizzato già dalla fine del 2023, motivo per il quale la Commissione Pari opportunità del Comune di Gubbio ha scritto una lettera aperta alla Asl competente, denunciando la criticità della situazione.
Da un anno e mezzo circa, dunque, si registra la "mancanza del ginecologo a tempo pieno che da normativa vigente deve essere presente almeno 32 ore settimanali così suddivise: 14 ore a Gualdo Tadino e 18 ore a Gubbio. Attualmente le ore di presenza si sono ridotte a massimo 16 ore mensili distribuite in due accessi: un accesso per Gualdo Tadino ed un accesso per Gubbio. La situazione è insostenibile e non garantisce né i servizi indispensabili né funge da filtro per l’Ospedale che si vede arrivare situazioni non appropriate perché risolvibili a livello territoriale".
E prosegue: "Pertanto, l’obiettivo che si vuol raggiungere, è ripristinare l’integrità dell’equipe consultoriale sempre forte per la volontà e la professionalità delle ostetriche che brillantemente continuano la loro attività", per raggiungere le sopracitate 32 ore suddivise tra i due comuni.
"Le linee di indirizzo della Delibera sopra citata, sono ovviamente delle indicazioni per obiettivi da raggiungere, ma non costituiscono la dotazione organica effettiva in direzione della quale questa Commissione intende sollecitare il Direttore generale perché possa intervenire nel più breve tempo possibile a sanare una situazione sempre più incresciosa per la salute delle donne".
In conclusione, la lettera precisa che "che il Consultorio alto Chiascio è l’unico che verte in queste condizioni rispetto agli altri cinque Consultori afferenti all’Azienda, i quali presentano tutti almeno uno o più medici di rifermento e con un orario che permette lo svolgimento delle prestazioni previste per legge. Ricordiamo inoltre che la precedente Commissione aveva segnalato già nell’anno 2024 questo enorme disagio".
Una problematica, dunque, che si ripete ormai da tempo e che non viene ascoltata, nonostante rappresenti un’importante necessità per i territori di riferimento. La speranza è che qualcosa si possa muovere.
Federico Minelli