
Il casale del ritrovamento
C’è un indagato, ma si modifica l’ipotesi di reato. Non più occultamento di cadavere, ma soppressione. Ipotesi che la Procura di Terni contesta al marito della figlia dell’anziana trovata cadavere ad Arrone. Un’iscrizione necessaria per consentire lo svolgimento dell’autopsia e frutto di quanto le indagini hanno ricostruito al momento. L’ufficio guidato da Andrea Claudiani vuole capire come sia morta la donna, trovata sepolta in un terreno, adiaciante al casolare dove viveva con genero e figlia. Ma anche a quando risale il decesso. Molti mesi, secondo le prime valutazioni sui resti ritrovati dai carabinieri su indicazione della figlia e con il marito della donna che ha mostrato ai militari il punto esatto nel campo, nei pressi di un muro di contenimeno. Forse anche un anno. Che, al momento, si pensi a una morte naturale lo lascia pensare l’intitolazione del fascicolo, ma gli inquirenti non escludono ipotesi, almeno fino a che l’esame medico legale non abbia fornito elementi più concreti. Rimane da chiarire anche il motivo per cui il cadavere dell’anziana, da un paio di anni andata a vivere con la figlia nel casolare nei pressi di Arrone, sia finito sotto terra senza che non venisse dichiarato il decesso. Gli accertamenti sono indirizzati sul fronte economico con verifiche specifiche sulla pensione della donna, percepita, sembrerebbe regolarmente finora. Oltre a questo, gli inquirenti vogliono capire se e chi, eventualmente, possa aver utilizzato i soldi della donna. Intanto proseguono gli interrogatori, sono stati sentitivi moglie e marito che vivevano con la donna, oltre a vicini e conoscenti. Verranno sentiti anche gli altri tre figli della donna. Appare sicuramente un aspetto da chiarire come il presumibile lungo silenzio dell’anziana, se venisse confermato che il decesso si colloca diversi mesi indietro nel tempo, non abbia destato sospetti e preoccupazione. Le indagini proseguono in un quadro che appare in continua evoluzione.
L.F.