LUCA FIORUCCI
Cronaca

Amanda in Italia, ritorno in aula: "Pulirò il mio nome dalle falsità". E Sollecito tifa per lei: non ho dubbi

Processo per calunnia, Knox imputata per aver indicato ingiustamente Lumumba come assassino di Meredith. Domani l’udienza di revisione a Firenze. Il suo ex fidanzato la sostiene ma non sarà presente.

Amanda in Italia, ritorno in aula: "Pulirò il mio nome dalle falsità". E Sollecito tifa per lei: non ho dubbi

Amanda in Italia, ritorno in aula: "Pulirò il mio nome dalle falsità". E Sollecito tifa per lei: non ho dubbi

"Il 5 giugno entrerò nella stessa aula di tribunale in cui sono stata condannata per un crimine che non ho commesso, anche questa volta per difendermi". È quanto scrive Amanda Knox sul suo profilo X. Knox, insomma, tornerà in Italia per prendere parte al processo di revisione sull’imputazione di calunnia ai danni di Patrick Lumumba, accusa per la quale è stata condannata a tre anni, già scontati in fase preliminare. L’udienza sarà a Firenze, nella stessa aula dove i giudici della Corte d’assise d’appello sentenziarono la sua colpevolezza, insieme a quella di Raffaele Sollecito, per l’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il primo novembre 2007.

Oltre dieci anni dopo tornerà lì Amanda, in un’appendice giudiziaria rimasta ancora aperta dopo l’assoluzione definitiva per il delitto. La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto violato il suo diritto di difesa durante l’interrogatorio in questura nel corso del quale Amanda accusò del delitto Lumumba. Da qui è scaturito un nuovo giudizio esclusivamente su questo aspetto. "Spero una volta per tutte di pulire il mio nome dalle false accuse contro di me. Buona fortuna" scrive ancora, e poi in italiano "In bocca al lupo".

Il post di Amanda risale alla tarda mattinata di ieri, ora italiana. Raffaele Sollecito, dall’altra parte dell’Oceano, era al lavoro in Italia. Del post è stato informato successivamente: "Ma già sapevo che avrebbe preso parte all’udienza", precisa l’ingegnere informatico pugliese che, all’epoca, frequentava Amanda e con lei è stato sotto processo per una decina di anni.

"Sì, ci sentiamo. In maniera non così assidua, certo. Ma continuiamo a rimanere in contatto", conferma Raffaele che con Amanda, alcuni anni fa, ha avuto modo di rivedersi anche in Umbria. "Ma che prendesse parte al processo non avevo dubbi, anzi mi sarebbe sembrato strano il contrario. Sarà davanti ai giudici per una cosa positiva, per veder riconosciute le violazioni subite in passato". Dopo questa sentenza, dice Sollecito, "forse sì, si potrà definitivamente chiudere il cerchio su questa dolorosa e drammatica vicenda. E si potrà finalmente ribaltare anche il giudizio morale su quella che allora era una ragazza di vent’anni. Giudizio pesantissimo su di lei che, sono sicuro, oggi non sarebbe più lo stesso".

"Sono, invece, deluso – aggiunge Sollecito – di come sono stato trattato io dalla giustizia del mio Paese quando ho chiesto di essere risarcito. Una sorta di giudizio, come a dire: te la sei andata a cercare prestando il fianco ad Amanda, cercando di difenderla. Ma se Amanda, come dicono le sentenze, è innocente, chi avrei dovuto difendere o coprire? L’ho difesa perché ho difeso la verità dei fatti". Raffaele non sarà presente al processo di Firenze e non sa se riuscirà a vederla: "Purtroppo ho degli impegni di lavoro, ma darò lo stesso tutto il mio appoggio, a distanza ad Amanda. Spero che per buona pace di tutti si chieda scusa e si metta un punto, chiudendo l’ultimo capitolo di questa triste e dolorosa storia".