
L’incontro si è tenuto ieri mattina in Comune
"L’andamento dell’economia in Altotevere è in crescita: il turismo è tra i settori con le migliori performance nel recente periodo. Aumentano anche le dimensioni delle aziende, con tassi di occupazione generale e femminile più alti che in Umbria e nel resto dell’Italia": sono alcuni degli aspetti analizzati ieri nel corso di un confronto sull’economia locale che ha visto dibattere rappresentanti delle associazioni di categoria e istituzioni. Dai dati emerge che in Altotevere il tessuto economico "è vivo e molto articolato (405 imprese, di cui 194 a Città di Castello che occupano circa la metà dei lavoratori totali, 5 mila 226 sui 10 mila 400 complessivi)", ma ha l’impellenza di offrire opportunità di lavoro all’altezza delle aspettative ai giovani che in vallata sono presenti in misura maggiore rispetto ad altre aree della regione. In un contesto nel quale l’inverno demografico rappresenta un tema rilevante con cui fare i conti, il comprensorio deve centrare alcuni obiettivi per i prossimi anni, a partire dal gap infrastrutturale. Tra le battaglie da rilanciare è stata indicata quella per il collegamento tra la ex Fcu e Rigutino-Arezzo. L’intervento di Giorgio Boscolo, operatore turistico che sta investendo nella zona sud del territorio, ha permesso di sottolineare le importanti prospettive che il settore può garantire. Il focus sull’economia dell’Altotevere si è svolto in Comune con il contribuito di esperti, imprenditori e rappresentanti delle associazioni di categoria e del sindacato che si sono confrontati con amministratori locali, professionisti, mondo della scuola e cittadini. I temi toccati hanno permesso di compiere una ricognizione aggiornata sulla realtà della vallata, sulle sue potenzialità produttive e occupazionali. Tra i relatori Enrico Giovannetti, collaboratore di ricerca all’Unimore ha tratteggiato la situazione economica in Altotevere; Claudio Bigi, presidente di Confindustria Altotevere, ha condiviso alcune valutazioni sul tessuto produttivo del territorio; Simone Pampanelli segretario generale Cgil Perugia, ha analizzato i principali modelli di sviluppo e la loro declinazione locale. Da monitorare: la condizione occupazionale delle ragazze con alta formazione, il tasso di migrazione del capitale umano, il fabbisogno formativo degli occupati che svolgono lavori precari e a bassa retribuzione o che hanno interrotto gli studi. Azioni da mettere in atto: il potenziamento delle infrastrutture dalla E78 a internet, mobilità e centri di aggregazione; la difesa del capitale umano con il sostegno alla formazione giovanile e la riqualificazione dei giovani occupati in lavori precari.