
Addio pesciolino d’argento. Adesso il lago è più povero
Castiglione del Lago (Perugia), 15 gennaio 2024 – È un pesciolino d’argento il simbolo del cambiamento climatico al Trasimeno. Per il secondo anno consecutivo nel quarto lago d’Italia non si è pescato il "latterino" e questo non è un buon presagio. Non solo per i guai economici che è costato al comparto della pesca di cattura, ma anche perché questo significa che gli abitanti dello specchio d’acqua si stanno adeguando alla siccità e stanno cambiando abitudini, almeno finché potranno farlo prima di scomparire. "Il latterino all’inizio dell’inverno si radunava in enormi branchi all’interno delle darsene e vicino ai pontili. Da un paio d’anni – spiega Aurelio Cocchini presidente della cooperativa dei Pescatori del Trasimeno – questo non avviene più. Dipende dal livello dell’acqua troppo basso".
La siccità è un tema estremamente delicato per un territorio che vive intorno ad un lago con equilibrio fragile. Il cambiamento climatico e le scarse precipitazioni atmosferiche registrate negli ultimi anni, abbinate alla difficoltà di manutenzioni (dragaggi e pulizia degli affluenti) sono fra le cause del livello delle acque che si aggira sul 1,3 metri al di sotto dello zero idrometrico. Le estati si allungano con temperature record per periodi molto più estesi rispetto al passato, e "se questa primavera non ci saranno piogge abbondanti – commenta il pescatore – sarà un’estate disastrosa. Il lago sempre più basso comporterà una diminuzione maggiore della pesca di cattura, sarà sempre più difficile uscire dalle darsene per i problemi di navigazione dovuti all’innalzamento dei fondali e tutto sarà sempre più faticoso".
E mentre un pesciolino d’argento scompare, a farsi avanti in questo periodo è una straordinaria abbondanza di carpe, "uno stesso cambiamento potrebbe aver portato risultati opposti su due specie tanto diverse - l’ipotesi -, la carpa potrebbe aver beneficiato della sovrabbondanza di alghe, tra le cui foglie gli avannotti di carpa crescono sicuri al riparo dai predatori, quelle che noi peschiamo oggi hanno infatti circa 2/3 anni". Alghe che, coi sedimenti dei fondali insidiano la vivibilità anche turistica del lago. E proprio la navigazione è il primo servizio a rischio nel caso in cui non migliori la situazione: i battelli faticano a raggiungere le isole, le barche non possono uscire dai porti.
Sara Minciaroni