
Moser sfreccia sulle Mura nel 1985 con una delle primi biciclette con ruote lenticolari
Un rapporto speciale con la Lucchesia. Francesco Moser, 74 primavere tra un mese, è al seguito del Giro come testimonial di Banca Mediolanum. Pedala con i clienti dell’azienda di credito insieme ad ex campioni come il toscano e iridato Paolo Bettini, ma anche Fondriest, Motta e Ballan. Oggi sarà a Lucca e questa mattina condurrà gli ospiti, in bici da Lucca a Pisa, visto che la tappa è di soli 28 chilometri. Il trentino, vincitore di un Mondiale, un Giro e che si è imposto in classiche come il Lombardia ed un tris di trionfi alla Parigi-Roubaix, è ancora in ottima forma.
Moser, si può dire che lei abbia un rapporto speciale, sportivamente parlando, con Lucca, dove ha vinto sia nel 1984 sia nel 1985?
"Certo, è la verità. Nel 1984 si partì proprio dalla vostra città e vinsi il cronoprologo sulle Mura, poi mi aggiudicai anche la classifica finale. Nel 1985 mi imposi nella gara contro il tempo che partiva da Lido di Camaiore, ma Hinault era troppo forte. In quel 1985 stranamente facemmo le Alpi subito, all’inizio, persi tempo in quelle frazioni e dopo recuperare contro un campione come il bretone diventò una missione impossible".
Che crono sarà quella di oggi da Lucca a Pisa?
"Uguale a quella del 1977 quando vinse Knudsen, non ci sono strappi altimetrici, è per specialisti, quindi per i vari Turling, Mc Nulty, Vine e per il nostro Affini, tutta gente che non fa classifica. Hanno potuto risparmiare un pochino le gambe per questo appuntamento. Quelli che curano la classifica dovranno stare comunque molto attenti".
C’è chi dice che è un Giro più bloccato rispetto al 2024, è d’accordo?
"L’anno scorso Pogacar partiva quasi tutti i giorni, adesso c’è maggiore bilanciamento delle forze, sarà più equilibrato".
Che rapporto ha con Lucca, le piace?
"Molto, ma la conosco da una vita, il mio massaggiatore e meccanico Piero Pieroni è della zona, mi ricordo una gara che arrivava a Marlia e che ho vinto spesso da giovane. Poi ho corso al Bottegone per colpa o merito di un lucchese...".
Chi?
"Walter Riccomi di Altopascio, andò alla Monsummanese e per sostituirlo presero me dal Trentino".
A Lucca c’è un suo tifoso da sempre, Ivano Fanini, che cosa ha dato al ciclismo?
"Tantissimo, ricordo le sue squadre, dove hanno militato big come Baronchelli, Sorensen, Marcussen. Sono stato in Danimarca di recente e lo ricordano con affetto. Ho anche partecipato al Giro donne dedicato a Michela Fanini, una famiglia eccezionale, ho conosciuto anche i fratelli e il padre di Ivano".
Senta, ci tolga una curiosità...
"Prego...".
Ma la rivalità con Saronni era davvero così aspra o è stata un pizzico ingigantita?
"Semmai è stata edulcorata, caratteri troppo diversi, mai d’accordo su niente".
Massimo Stefanini