Le donne della Cgil. Diritti e pluralità di pensiero: "Una lotta senza tempo"

Settant’anni fa a Firenze la prima Conferenza della Donna lavoratrice. In programma alle Murate numerose iniziative su mille temi al femminile.

“Una lotta senza tempo”. A Firenze parte la rassegna della Cgil, co-promossa dal Comune, a 70 anni dalla prima Conferenza della Donna lavoratrice: "Ora come allora vogliamo allargare la lotta per i diritti alla contaminazione, alla pluralità di pensieri e linguaggi", si spiega.

In programma alle Murate mesi di dibattiti, dai temi del femminismo a quelli del corpo, focus su anzianità, identità di genere, eros, disabilità, discriminazioni. Seminari, mostre di Gea Casolaro, collettivo street art Lediesis; concerti con Giulia Mutti, Femina Ridens, Shot of Love; assemblee e assise nazionale delle donne Cgil. Tra gli ospiti Lidia Ravera, Donata Columbro, Vera Gheno, i content creator Eytan Ulisse Ballerini e Dalila Bagnuli, le blogger sorelle Paolini, l’attivista Marianna The Influenza.

Era il 1954 quando Firenze ospitò la prima Conferenza Nazionale della Donna Lavoratrice, promossa dalla Cgil. L’evento fu un punto di svolta per il femminismo sindacale in Italia. Nacque allora la Carta dei diritti della lavoratrice, che rivendicava uguaglianza salariale, accesso a tutte le professioni e tutela della maternità.

"Le conquiste fatte non sono mai al sicuro e molte conquiste devono ancora arrivare - afferma Gessica Beneforti di Cgil Toscana -. La strada è lunga e noi siamo sempre in movimento, come dimostra questa rassegna, un evento partecipativo e trasversale per consolidare l’alleanza di lavoratori e lavoratrici verso il superamento di tutte le oppressioni, a partire da quella di genere. Ci piacerebbe che la rassegna, nata per ricordare i 70 anni di un importante avvenimento per il femminismo italiano, diventasse appuntamento fisso e lavoreremo per questo".

"Le donne anziane sono le più sole e hanno meno risorse economiche - aggiunge Marisa Grilli della segreteria Spi Cgil Toscana -. Dobbiamo lottare per difendere i diritti di ieri e conquistarne di nuovi. Ora c’è da fare una battaglia sulla legge sulla non autosufficienza, che non viene finanziata e ciò significa riscaricare sulle donne il lavoro di cura su anziani e disabili. Le discriminazioni delle donne attive proseguono anche quando sono andate in pensione. E va ricordato che che l’avanzamento delle donne non è un bene solo per loro, ma una crescita per tutta la società".

Laura Sostegni della segreteria Spi Firenze, responsabile politiche di genere e donne Spi, sottolinea come quella prima Conferenza della Donna lavoratrice fu passaggio fondamentale e momento fondativo della stessa Cgil, che per statuto ha il 60% di rappresentanza femminile e il 40% maschile: "Ciò ci ha consentito di avere nel tempo donne ai vertici territoriali ma anche nazionali - spiega – . Vorrei rammentare le nostre madri costituenti, 21 su 566 partecipanti. Eppure riuscirono a introdurre moltissimi valori del mondo femminile. Allora, come disse la costituente Nadia Gallico Spano, non chiediamoci cosa abbia fatto la Costituzione per le donne, ma cosa le donne abbiano fatto per la Costituzione".

Olga Mugnaini