
L’assessore Mattia Bischeri è il referente del progetto storico inserito nel programma Valdichiana Senese Capitale Toscana della Cultura 2025.
La Valdichiana Senese occupa un territorio relativamente piccolo ma attraversarla è come sfogliare uno straordinario libro di storia: "Si va dalla preistoria, a Cetona, alla bonifica leopoldina della valle, iniziata alla fine del ‘700. San Casciano dei Bagni e Chianciano rappresentano, dall’antichità, i siti termali, e questo è solo uno degli esempi possibili, perché ogni Comune del territorio, con le sue peculiarità, contribuisce a realizzare un grande mosaico ed è complementare agli altri".
Così Mattia Bischeri, giovane assessore alla cultura del Comune di Chiusi, inquadra con passione il tema che lo vede maggiormente coinvolto, l’archeologia. Perché Bischeri è il referente del convegno ‘Del primo amor non si scorda mai. Ranuccio Bianchi Bandinelli, Clusium, 100 anni dopo’, ovvero il progetto principale inserito nel programma della Capitale toscana della cultura 2025 in materia di archeologia.
"La Valdichiana è un caso di studio eccezionale per la sua storia plurimillenaria, per come si sviluppa il paesaggio, fortemente antropizzato, per circostanze che lo modificano radicalmente, come l’interramento del fiume Clanis che trasforma l’area in una palude malsana, ne provoca la decadenza, nel Medioevo, fino, appunto alle bonifiche leopoldine. L’area – allude Bischeri – è fortemente significativa per quello che si vede ma anche per quello che non si vede". E infatti proprio la ricerca e la scoperta di quello che non si vede rende questa modalità di studio della storia e delle civiltà più antiche particolarmente affascinante, anche agli occhi dei non-specialisti.
Di quel fascino rimase ‘vittima’ anche Ranuccio Bianchi Bandinelli (al punto da definire i suoi studi ‘primo amore’), archeologo e storico dell’arte senese, definito uno ‘tra i più influenti intellettuali europei del XX secolo’. Bianchi Bandinelli nasce 125 anni fa, il 19 febbraio 1900, muore 50 anni fa, il 17 gennaio 1975, ma soprattutto esattamente un secolo fa pubblica la tesi su Chiusi etrusca con cui, due anni prima, nel 1923, si era laureato all’università di Roma. Il lavoro viene edito nel XXX volume dei Monumenti antichi dei Lincei con il titolo ‘Clusium. Ricerche archeologiche e topografiche su Chiusi e il suo territorio in età etrusca’ e ancor oggi rappresenta la pietra miliare degli studi sull’archeologia dell’antica Clusium e del suo agro antico. "Chiusi – prosegue Bischeri, che è archeologo assegnista di ricerca presso l’Università per Stranieri di Siena – era una delle grandi metropoli dell’Etruria, una città-Stato la cui posizione sul fiume Clanis, navigabile, la metteva al centro dei collegamenti lungo la penisola, era un vero e proprio connettore tra il nord e il sud; oltretutto la sua posizione sulla chiusa, un restringimento del corso d’acqua, rendeva quel passaggio un punto di controllo. Non è un caso che dove scorreva il Clanis oggi si trovano l’autostrada e la direttissima".
Dunque gli studi di Bianchi Bandinelli saranno al centro del convegno, in calendario per venerdì 28 novembre, a Chiusi, al Teatro Mascagni, e sabato 29 novembre, a Sarteano, al Teatro degli Arrischianti; a garantire l’elevato livello scientifico dell’iniziativa, l’adesione di circa venti tra i principali specialisti italiani della materia degli ultimi decenni.
L’iniziativa proseguirà domenica 30 con visite guidate, gratuite e su prenotazione, ad alcuni tra i principali siti archeologici dell’area; potrebbero essere quindi toccate la necropoli etrusca delle Pianacce, a Sarteano, l’archeodromo di Belverde, museo per la preistoria del Monte Cetona, il museo archeologico di Chianciano Terme o, naturalmente, l’ormai celebre scavo di Bagno Grande di San Casciano dei Bagni che ha fin qui rivelato eccezionali tesori dell’epoca etrusca e romana. "Ripercorreremo, almeno idealmente – conclude Bischeri, che collabora con la direzione di scavo di San Casciano e si occupa dello studio dei bronzetti venuti alla luce nel ‘Santuario ritrovato’ – gli itinerari battuti da Bianchi Bandinelli; per conoscere approfonditamente il territorio, lo studioso si faceva accompagnare da uno ‘scavino’ settantenne: è un lavoro ancora oggi importantissimo, anche ai fini della tutela del patrimonio che si trova sotto i nostri piedi".
Il convegno è patrocinato dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto e Arezzo, dalla Direzione regionali dei Musei nazionali Toscana, dall’Università per Stranieri, centro Cadmo, e dall’Università di Siena.