
L’intervista al sindaco di Sinalunga che rappresenta tutti i Comuni della Valdichiana Senese "Un cartellone di eventi genuini perchè rispecchiano la grande tradizione delle nostre terre".
Il 28 ottobre 2024 Edo Zacchei, sindaco di Sinalunga alla guida di una coalizione di centrosinistra, al secondo mandato, viene designato presidente dell’Unione dei Comuni Valdichiana Senese, di cui era già vice. Ad eleggerlo, all’unanimità, sono i colleghi sindaci dell’area in sostituzione di Agnese Carletti, diventata presidente della provincia di Siena. Il 28 dicembre 2024 la Valdichiana Senese viene ufficialmente insignita dal presidente Giani del titolo di ’Capitale toscana della cultura 2025’ ed insieme riceve dalla Regione 300mila euro per la fornitura di servizi e manifestazioni culturali e promozionali. Comincia così, per il territorio situato nell’area meridionale della provincia, un’esperienza di importanza storica, tuttora in pieno svolgimento.
"Si tratta di un evento unico e irripetibile allo stesso tempo – afferma Zacchei –, ci ha reso consci delle potenzialità storiche e culturali, del valore delle nostre tradizioni e dei paesaggi che, proposte in un unico progetto, diventano un’offerta di alto valore. La cultura è conoscenza di noi stessi, è un mezzo di crescita economica ed eleva la sensibilità delle comunità al rispetto di un patrimonio che viene messo al centro, difeso e valorizzato".
Cinquantotto anni, di professione tecnico elettronico, da sempre impegnato in politica e amministratore ‘di lungo corso’ (ha ricoperto più volte, a Sinalunga, il ruolo di assessore), Zacchei riflette sul ruolo della Valdichiana Senese.
"Come area interna della Toscana e dell’Italia, siamo consapevoli che rimanere agganciati ai processi di trasformazione sociale, economica e tecnologica è fondamentale per non rimanere ai margini della crescita e per non mettere a rischio il patrimonio storico e sociale rappresentato dai dieci Comuni. L’Unione ha permesso un dialogo tra realtà limitrofe, un confronto continuo su temi fondamentali, mettendo insieme un’agenda di questioni da affrontare uniti".
E cosa, grazie alla Capitale della cultura, è emerso dalle varie anime del territorio?
"Sicuramente questa esperienza ci ha fatto conoscere di più, ha messo in rete la miriade di associazioni che, grazie a questo riconoscimento, si sono incontrate e hanno progettato percorsi comuni che daranno vita sicuramente a legami duraturi. Sul piano istituzionale sono emerse realtà meno conosciute e più distanti che hanno contribuito e si sono sentite parte di un territorio che non vuole lasciare nessuno ai margini".
Lavorare insieme vi ha riservato sorprese?
"Sono anni che lavoriamo insieme su tanti progetti quindi sorprese particolari non ci sono state, quanto piuttosto la soddisfazione per essere riusciti collaborare ancora (che non era scontato). E poi abbiamo ricevuto grande interesse dalle persone, dal pubblico, anche da altre parti della Toscana. Aggiungo che mi ha fatto piacere incontrare aziende che hanno capito il progetto, ci hanno appoggiato e hanno colto le opportunità che questo offriva".
Qual è il rapporto del progetto con il turismo e con la socialità?
"La cultura è qualcosa che dobbiamo custodire e che possiamo mettere in vetrina, senza timore di doversi confrontare con le emergenti modalità di fare turismo. È un’opportunità di crescita, un investimento sicuro che darà frutti negli anni futuri se avremo la costanza di non dimenticare questa esperienza. Per quanto riguarda l’altro aspetto, il progetto della Capitale della Cultura è stato costruito sulla nostra storia, sulle nostre tradizioni e indica il percorso che vorremo seguire. Siamo partiti dalla gente, dalle tradizioni secolari, non ci siamo ‘inventati’ momenti che non fossero radicati: ne è scaturita un’offerta più genuina, in cui la socialità è il fondamento di ogni idea".
Cosa lascerà la Capitale della Cultura?
"Vorrei che ci lasciasse progetti da replicare ma soprattutto che ci consenta di usufruire di quel bene immateriale che è il lavorare uniti, per costruire la futura cultura della Valdichiana come opportunità indivisa".
Qual è l’evento che finora l’ha maggiormente colpita?
"Il cartellone ne conta centinaia, tanti sono ancora in corso, è impossibile essere presente a tutti. Finora mi ha particolarmente affascinato la mostra diffusa ‘Valdichiana On The Move’, della fotografa britannica Laura Pannack, che ha lavorato sul territorio, collegata a esperienze internazionali già affermate. Mi auguro che la neonata Banda Valdichiana (in foto) possa avere un seguito, ora aspettiamo, sabato, a Chianciano, lo spettacolo di Stefano Massini".