
Dalle telecronache delle partite dello Spezia alla gara remiera. Tanti ricordi e il batticuore della lettura appassionata della Disfida. "Canaletto contro Cadimare: è quella l’anima della manifestazione". .
Si è ritrovato proiettato in uin mondo che non conosceva. Lui uomo di calcio, appassionato telecronista delle partite alla radio dello Spezia Calcio, a un certo punto si è inventato voce del Palio. Umberto Bordino dal 1980 al 2012 ha raccontato quello che accadeva in acqua.
Bordino quanti ricordi?
"Tantissimi. Ho dedicato al Palio 31 anni. Poi, come accade in tutte le cose, c’è un inizio e una fine che non sempre è lieta. Diciamo che non ci siamo lasciati benissimo, ma ma ormai appartiene al passato e non c’è bisogno di tornarci sopra".
Ma le manca?
"E’ stato il mio mondo, vissuto intensamente. Ho seguito tutte le edizioni successive alla mia uscita di scena in televisione e probabilmente così sarà anche per questa del Centenario".
Qual è il ricordo più forte?
"La lettura della disfida, se interpretata nel modo giusto. Era il grido di battaglia, il momento in cui davvero si entra nel mondo Palio e non esiste più niente. Quando si grida ’Barche alle sagole’ è l’attimo esatto in cui sul campo di gara si scarica una tonnellata di adrenalina".
Il primo Palio nel 1980 senza conoscerlo. Come è avvenuto il passaggio?
"Nella Federazione canottaggio c’erano il presidente Aristide Reboa e il segretario Renato Russo, che era mio cugino. Mi ha coinvolto e così è iniziato. Nei primi anni il ruolo era più legato alla presentazione della gara poi si è fatto più intenso e ho iniziato a commentare quello che vedevo davanti a me".
Non deve essere stato facile per chi non aveva esperienza del settore?
"Ho messo l’esperienza da telecronista del calcio. Certo non è facile vedere cosa accade a 500 metri di stanza tra tredici barche. Ma era emozionante e la dinamica coinvolgente".
C’è una sfida che rappresenta il Palio? Il vero derby qual è?
"La rivalità per eccellenza è rappresentata dal confronto tra Canaletto e Cadimare. Paragonandola al calcio, potrei collegarla a uno Spezia-Pisa. Non si offendano le altre borgate, ma per me questo confronto è la vera anima del Palio. Le borgate le ho viste vincere tutte e ho apprezzato lo spirito di sacrificio e l’impegno di ognuna. Ma quella sfida è l’anima".
Lei come viveva la vigilia ?
"In modo intenso, globale. Viveno la preparazione, l’attesa delle borgate e le varie iniziative. Ho iniziato per caso ma poi questo evento l’ho fatto davvero mio, perché il Palio mi ha davvero esaltato".
Cosa si aspetta dall’evento del Centenario?
"Intanto che ci sia qualcuno che legga la Disfida come si deve. Non deve essere un annuncio immobiliare perché quella è l’essenza della manifestazione. Il momento che precede la tempesta deve emozionare chi lo ascolta. Intanto sarebbe un buon inizio".
Quale personaggio rappresenta la sfida?
"Sicuramente Paolo Lavalle. Lo chiamavo l’Imperatore perché non c’è mai stato nessuno come lui e probabilmente non ci sarà mai nessuno. Lui rappresentava davvero l’aspra e dura lotta".
Chi vede favorito?
"Il Canaletto mi sembra decisamente troppo forte, Fezzano può dare fastidio. Di certo nessuno può prendere la gara sottogamba perchè può fare la fine del Marola, che perse il quinto palio clamorosamente nonostante avesse tutti i favori del pronostico".
Che cos’è per Umberto Bordino il Palio del Gofo?
"La cosa più importante che abbiamo in questa città, anche se vorrei che gli spezzini lo sentissero maggiormente".
Altre cento edizioni?
"Fino a quando i vecchi trasmetteranno il sale della sfida ai giovani, il Palio andrà avanti".