
Miranda e la madre Pia. La fuga e la disperazione. Poi il nascondiglio dell’amica Nella Bichi
FIRENZE
La storia di Miranda e di sua madre Pia comincia nel settembre del 1943. Miranda, 27enne, insegnante all’istituto Pascoli di Firenze e alla scuola ebraica di via Farini, insieme alla madre e al fratello Giorgio sono costretti a lasciare la propria casa per le leggi razziali. Si rifugiano in campagna, a San Piero a Sieve. Ma poco tempo dopo la fattoria accanto, dove Giorgio lavora, viene occupata dai tedeschi, la sua fuga notturna è notata e si teme una caccia agli ebrei nascosti nella zona. Perciò Miranda e Pia tornano a Firenze e si nascondono nel convento di via dei Serragli già pieno di famiglie di sfollati. Dove suor Benedetta Pompignoli, originaria di Modigliana in provincia di Forlì, superiora del Convento della Sacra Famiglia – Protezione della Giovane – a rischio della sua stessa incolumità, apre le braccia anche a loro.
Ma il 26 novembre i tedeschi rastrellano (per la seconda volta) un altro convento in piazza del Carmine e mettono sotto controllo quello di via dei Serragli. Madre e figlia sono in pericolo e a offrirsi di ospitarle, questa volta, è l’amica del cuore di Miranda, Nella Bichi, anche lei insegnante, residente in San Jacopino. Finché una perquisizione dell’appartamento, mentre le due donne per fortuna sono fuori, non le costringe di nuovo alla fuga.
Miranda e Pia tornano in via dei Serragli, dove stavolta passeranno lunghi mesi di stenti, per il poco cibo e il terrore costante di essere scoperte. Intanto, arrivano notizie di arresti e rastrellamenti di amici, parenti, conoscenti, uccisi o portati non si sa dove.
Il 14 luglio ’44, Pia non ce la fa più. Cade in delirio, vaneggia, è vittima di una psicosi da paura. Per non dare nell’occhio, lei e Miranda, che può darle solo qualche calmante, si chiudono in una stanza, dove le suore portano cibo e acqua. Rapidamente tutto precipita. Il 30 luglio, per ordine dei nazisti, l’Oltrarno deve essere evacuato, l’ultimatum scade a mezzogiorno, e ancora alle dieci Miranda non ha idea di dove andare. La salverà un’amica, che le farà avere un carretto con cui portare la mamma all’ospedale di Santa Maria Nuova, dove la lascerà sotto falso nome. Miranda invece raggiunge la casa di un avvocato fiorentino, dove potrà nascondersi.
E arriva l’11 agosto, la liberazione di Firenze. Il 14, Miranda torna a Santa Maria Nuova, e scopre che la madre, intossicata dai calmanti, è morta il 12 e seppellita nel Giardino dei Semplici. Di lì a poco, verrà a sapere che il padre, da anni in ospedale, è morto in maggio, di tifo. Era in così cattive condizioni che i nazisti, dopo averlo scoperto, avevano rinunciato a prelevarlo. Anche lui, altrimenti, avrebbe fatto la fine di gran parte della loro famiglia, come scopriranno Miranda e il fratello, sopravvissuto e tornato a Firenze. A fine agosto, davanti al Comitato della Comunità ebraica, Miranda firmerà la sua incredibile testimonianza, mettendo definitivamente una pietra sui suoi ricordi.
Si sposerà con Giorgio Cividalli, e darà alla luce la sua bambina Sara, preservata a lungo dalla ombre nere del passato. Il ritrovamento della vicenda è fortuito, ma porterà al riconoscimento delle due donne come Giuste tra le Nazioni, grazie proprio alla testimonianza di Sara Cividalli. L’8 maggio 2018 Yad Vashem ha riconosciuto Nella Bichi e madre Benedetta Pompignoli come Giuste tra le Nazioni.