"Marcello Lippi – Adesso vinco io": gli amici, la carriera, i trionfi e valori nel documentario

In sala / Fino a domani per vedere il docufilm di Paragnani e Geremei

Nel palmarès da allenatore di Lippi figurano ben 19 trofei complessivi

Nel palmarès da allenatore di Lippi figurano ben 19 trofei complessivi

Quello del docufilm sportivi è un filone che sta crescendo anno dopo anno, trascinato dalle piattaforme streaming affamate di contenuti. Ce ne sono per tutti i gusti e il calcio non manca come ad esempio Sunderland ‘Til I Die (Netflix), Welcome to Wrexham (Disney+) o Il Mondiale di Messi – L’apice di una leggenda su AppleTv+. Per tutti gli appassionati, i tifosi di calcio, quelli della Juve o per chi semplicemente stima l’uomo e l’allenatore, fino a domani al cinema è possibile vedere “Marcello Lippi – Adesso vinco io”, distribuito da Lucky Red in circa 200 sale dopo il passaggio in anteprima al Torino Film Festival e selezionato dal Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) per i Nastri d’Argento Documentari 2024. Qualche giorno fa Lippi ha parlato all’anteprima romana: «Ho sempre detto che la fortuna dei miei successi è stata la possibilità di allenare dei grandi calciatori e anche dei grandi uomini. Mi ha fatto molto piacere che qualcuno ha deciso di fare un docufilm su di me dove si racconta tutta la mia carriera sia dal punto di vista tecnico che umano». Commovente il ricordo dello stesso Lippi, presente in conferenza assieme alla moglie Simonetta: «Vedere il film ci ha fatto rivivere le sensazioni della nostra famiglia, soddisfazioni e sconfitte, anche i momenti meno belli ci hanno commossi e coinvolti». Di Marcello Lippi – Adesso vinco io ha parlato anche uno dei due registi. Secondo Paragnani «C’era un buco da colmare. Marcello è il Marco Polo del nostro calcio. Approfondendo il passato di quest’uomo che ha fatto esultare i tifosi italiani come solo Bearzot e Pozzo prima di lui, emergono delle dualità che forse sono alla base dei suoi eccezionali successi. Le sue radici toscane, ancorate saldamente a Viareggio, crescono un individuo integro, legato al socialismo del padre e ai valori decubertiani dello sport, dove dare tutto sé stesso è l’unica cosa che conta e il risultato è secondario. Nell’animo di un giocatore di Serie A che trascorre la sua carriera diventando capitano e simbolo di una squadra che non solleverà nemmeno un trofeo, si cela il desiderio di rivalsa, di affermazione decisa di sé che lo renderà la nemesi dei valori fin lì professati, trasformandosi poi da allenatore in una straordinaria e inarrestabile macchina da guerra, capace di riempire la bacheca personale di ogni successo possibile, sia in Europa che in Asia, anche con squadre considerate perdenti da tutti. La narrazione pubblica di Marcello Lippi non può che partire dal suo privato, che ci mostra un uomo che è stato il signor Hyde nella prima parte della sua carriera professionale, per poi diventare il dottor Jekyll nella seconda, consegnandolo così agli annali del calcio».