Il rabbino Pacifici. Arrestato e deportato. Le suore salvano i figli tenuti con falsa identità

Continuava ad aprire la sinagoga: nel novembre 1943 venne preso. Trasportato nel campo di Auschwitz non fece mai più ritorno. Il valore di madre Folcia e madre Vespignani, Enrico e Luigina Sergiani.

FIRENZE

Le persone indicate in questo articolo (madre Sandra Busnelli, madre Marta Folcia, Enrico Sergiani, Luigina Sergiani (nata Manzaroli) e madre Benedetta Vespignani) hanno contribuito in modi diversi a salvare i figli del rabbino genovese, Riccardo Pacifici. Le vicende dei Pacifici prendono avvio a Genova: Enrico Sergiani era il portiere della famiglia Pacifici, e insieme alla moglie, Luigina Manzaroli, cercò di salvare l’intera famiglia. Dopo la resa italiana, mentre la moglie del rabbino Wanda e il figlio Raphael vennero inviati a Calci in provincia di Pisa, il figlio maggiore Emanuele rimase con il padre per una quindicina di giorni.

Qui cambiavano ogni notte nascondiglio, e Enrico Sergiani si adoperò per assegnare loro la cantina del palazzo dove abitavano. Sergiani inoltre temeva per la sicurezza del rabbino Pacifici e dunque lo invitò a restare nascosto, a tagliarsi la barba e a cambiare abiti. Tuttavia il rabbino continuava ad aprire la sinagoga, per cui nel novembre 1943 venne arrestato e trasportato ad Auschwitz da dove non fece più ritorno.

Sergiani non riuscì a salvare il rabbino Pacifici, ma salvò la sua enorme biblioteca, con più di duemila volumi di testi sacri. Dopo la deportazione del padre Emanuele lasciò quindi Genova per raggiungere la madre e il fratello. Presto però si diressero a Firenze, dove si presentarono a don Leto Casini, che dette ai Pacifici un elenco di istituzioni religiose dove potevano richiedere asilo.

Lasciarono i propri bagagli a Casini e iniziarono la ricerca del luogo adatto dove nascondersi, fino a che vennero accolti nel convento di Santa Maria del Carmine, dalla madre superiora Sandra Busnelli e dalla sua assistente Benedetta Vespignani. Il convento però poteva ospitare soltanto donne e quindi restarono per una sola notte.

I ragazzi venivano quindi trasferiti la mattina dopo presso un istituto maschile, l’Istituto di Santa Marta di Settignano, dove furono accolti da madre Marta Folcia e dove rimasero fino alla liberazione di Firenze. Non hanno più rivisto la loro madre, poiché il 26 novembre i soldati tedeschi fecero irruzione nel convento del Carmine e tutte le donne – tranne una – vennero arrestate, portate a Verona e infine ad Auschwitz. Nell’aprile del 1944, i soldati tedeschi entrarono nella scuola a Settignano e occuparono un’ala per un mese, ignorando che i ragazzi Pacifici, chiamati sotto falsa identità Pallini, erano ebrei, e riuscirono così a salvarsi. Il 13 dicembre 1994 Yad Vashem ha riconosciuto madre Marta Folcia, madre Benedetta Vespignani, Enrico Sergiani e Luigina Sergiani come Giusti tra le Nazioni.

Il 31 luglio 1995, Yad Vashem ha riconosciuto madre Sandra Busnelli come Giusta tra le Nazioni.