
Il tecnico Vangioni dirige la squadra durante la preparazione estiva
Squadra che vince non si cambia, ma il Viareggio Calcio è riuscito a costruire una struttura solida durante i primi cinque anni della nuova gestione grazie anche all’innesto di nuove figure. L’imprenditore Mario Del Pistoia, lo scorso febbraio, è diventato il nuovo presidente della società, durante una conferenza stampa è stata presentata la nuova struttura organizzativa e quali saranno le strategie future del club. Gli obiettivi iniziali però non cambiano, il focus nemmeno, serve guardare oltre per riportare la squadra nel professionismo dopo tanti anni d’astinenza. Il bilancio dei primi cinque anni è comunque positivo, come sottolineato dal direttore sportivo Giacomo Lippi: «Siamo ripartiti dalla seconda categoria. Avevamo l’obiettivo di riportare il Viareggio più in alto possibile. Ci siamo riusciti vincendo tre campionati grazie a un bel gruppo di lavoro». Un progetto solido, fondato da chi ama una piazza e una città come Marcello Lippi, tecnico campione del mondo 2006 con la Nazionale: «Questo progetto è nato anni fa dalla famiglia Lippi, insieme a vari soci abbiamo rilanciato il Viareggio Calcio costruendo un settore giovanile che è il nostro cavallo di battaglia dove noi andiamo ad attingere, abbiamo costruito una struttura importante che è il Marco Polo Sport Center che ospita praticamente tutte le squadre del nostro settore giovanile. Il bilancio è molto positivo e ora siamo di nuovo qua di fronte a questo campionato di Eccellenza». E il progetto pensato e studiato riguarda soprattutto la valorizzazione dell’aspetto umano, un concetto ribadito da tutte le figure dirigenziali del club: prima uomini poi calciatori, con in mente il peso di una maglia storica: «Abbiamo sempre fatto ciò dalla seconda categoria in poi. Da quando siamo ripartiti, questo progetto è stato fondato sul settore giovanile, poi abbiamo pensato alla prima squadra – ha ribadito il direttore Reccolani – chi voleva mettersi in discussione». Niente categorie, ma soltanto un’unica ambizione: «Non si parlava né di categorie né di altro, ma soltanto di quello che uno aveva in mente di fare. Siamo molto attenti nel cercare chi vuole supportare la piazza di Viareggio, a livello di Toscana e Serie D è una piazza ambita». E l’ambizione non è soltanto di chi indosserà la maglia, ma anche di una società in continua evoluzione, in grado di saper cogliere i segnali di un calcio in continuo mutamento. Si riparte dall’Eccellenza e da una sorta di D2 dove tutto può accadere, con l’ambizione e la storia di un club che non ha più intenzione di soffrire.