Salvezza al "calor bianco": lo Spezia resta in B, trascinato dal suo grande pubblico

Una stagione, la 2023-2024, vissuta pericolosamente, dall'inizio shock al provvidenziale cambio di tecnico

La gara tra Spezia e Catanzaro giocata lo scorso 3 febbraio e chiusa 1-1

La gara tra Spezia e Catanzaro giocata lo scorso 3 febbraio e chiusa 1-1

Nel calcio esistono campionati che, pur senza entrare nella storia di un club, concludendosi con trofei o promozioni da festeggiare, sono destinati a restare per sempre nella memoria collettiva dei tifosi. E il 2023-24 dello Spezia rientra perfettamente in questa categoria, una stagione vissuta pericolosamente, che ha rischiato di trasformarsi nel peggiore degli incubi, quello della doppia retrocessione dalla A alla Lega Pro, ma che è stata miracolosamente rimessa in sesto, fino all’epilogo cinematografico di una salvezza conquistata all’ultimissimo tentativo. Ancora scioccato dallo spareggio perso con il Verona e costato l’addio alla massima serie, lo Spezia, che da Semplici è passato alla guida di Massimiliano Alvini, impatta malissimo la Serie B, e l’attendismo della società, prima di rendersi conto che il tunnel in cui si sta infilando potrebbe essere senza via d’uscita, contribuisce a peggiorare le cose. Nelle prime tredici partite di campionato arrivano appena 10 punti, frutto di una sola vittoria e di ben sette pareggi, l’ultimo dei quali, contro una Ternana già da considerare come una diretta rivale per la salvezza, spinge finalmente al cambio della guida tecnica. Sulla panchina dei bianchi, arriva Luca D’Angelo, che ha un avvio difficile e anche sfortunato, con le immeritate sconfitte contro Samp e Parma, seguite dalla doppia vittoria con Ascoli e Spezia. Il trend, però, complice anche un calendario che propone le difficili sfide con Como e Cremonese, non cambia poi molto e lo Spezia chiude il girone d’andata in fondo alla classifica dei cadetti, con 17 punti fatti in 21 partite, sole tre vittorie all’attivo, il peggior attacco del campionato, 16 gol, e una differenza reti di -16. D’Angelo però non si scompone e non permette che i suoi ragazzi si lascino andare, servono calma e costanza di rendimento. Messaggio recepito dalla squadra, per una svolta che può essere fatta risalire al 27 gennaio 2024, giorno della sfida dell’Arena Garibaldi con il Pisa, quando Verde si carica la squadra sulle spalle e apre un nuovo campionato per i liguri, che di lì in poi collezioneranno sei vittorie, nove pareggi e due sole sconfitte, con il Parma primo in classifica e con la Feralpisalò ultima. Un cammino virtuoso, ma che lascia indietro anche qualche rimpianto per i successi buttati al vento contro Bari, Reggiana e Lecco, mentre la vittoria sfumata allo scadere con il Brescia, fa il paio con il pari rimediato a tempo scaduto a Terni, che si rivelerà vitale. Perché nonostante gli sforzi profusi, la salvezza dello Spezia passerà dall’ultima decisiva giornata di campionato, che vedrà arrivare al Picco un Venezia lanciato nella corsa per la promozione diretta con il Como. È qui, che emerge chiaro come il calcio a La Spezia sia qualcosa di molto più serio che un semplice gioco, perché è la città intera a fare quadrato attorno a D’Angelo e ai suoi ragazzi, infondendo loro coraggio durante la settimana e sostenendoli durante i drammatici novantasei minuti del match con i lagunari, che vanno al riposo in vantaggio e con un piede e mezzo in Serie A, ma che nella ripresa si sciolgono al cospetto di un tifo al calor bianco, che trascina gli aquilotti alla rimonta, per una vittoria che sa di liberazione.