Romeo e Costantino L’era dei presidentissimi

Negli anni ’80 sono stati protagonisti assoluti del calcio italiano. Rozzi divenne noto grazie alla partecipazione al "Processo del lunedì".

di Michele Bufalino

Una sfida dal sapore antico, quando il calcio era diverso. Una sfida che riapre l’album dei ricordi, di imprese che profumano di leggenda. Simbolo di due città, gli ex presidenti di Pisa e Ascoli Romeo Anconetani e Costantino Rozzi hanno segnato la storia del calcio italiano. Due figure determinanti che hanno dominato la scena calcistica per tutti gli anni ottanta alla guida di due squadre che hanno attraversato, in quel periodo, il loro miglior momento. Anconetani non ha bisogno di presentazioni. Pochi mesi fa al Teatro Verdi si è infatti svolto l’evento per ricordare i 100 anni dalla nascita del Presidentissimo scritto e presentato da Cristiano Militello e Ubaldo Pantani. In "Caro Romeo" lo hanno ricordato tutti, anche con un filo di commozione da parte degli ex calciatori e dirigenti presenti all’evento che hanno raccontato gli aneddoti più disparati di oltre 15 anni di presidenza in nerazzurro. A Pisa Romeo Anconetani ha fatto storia con 6 partecipazioni in Serie A, 2 Mitropa Cup vinte, una semifinale di Coppa Italia raggiunta e tanti campioni che hanno vestito la maglia nerazzurra, pronti a spiccare in seguito il volo diventando tra i calciatori più forti del mondo e, ancora, allenatori apprezzati. Come Diego Pablo Simeone, Carlos Dunga e molti altri. Al presidentissimo si deve l’invenzione della figura del procuratore (il suo soprannome era ‘Mister 5%’) e il primo grande archivio di calciatori, con 50 mila report di osservatori, ritrovati recentemente dall’Associazione Cento tra i materiali sequestrati dopo il fallimento del 1994.

Anconetani era un padre-padrone vulcanico, polemico, irascibile e scaramantico oltre ad essere un mangia allenatori capace di cambiarne 28 in 22 anni. Come lui Come lui anche Costantino Rozzi, divenuto noto anche grazie alla partecipazione al Processo del Lunedì di Aldo Biscardi. Raggiunse la Serie A ad Ascoli a metà degli anni ‘70 con Carlo Mazzone in panchina, costruì lo stadio di Ascoli Piceno, ma anche il Via del Mare di Lecce, il Partenio di Avellino e il Santa Colomba di Benevento. Pensare che Rozzi si avvicinò al calcio quasi casualmente e rilevò l’Ascoli nel ‘68 dichiarando che sarebbe rimasto solo un anno alla guida del sodalizio piceno. La storia invece ha voluto diversamente con quattordici campionati in Serie A e addirittura la qualificazione alla Coppa Uefa con l’incredibile quarto posto in campionato nel torneo 1979-80. Tra Rozzi e Anconetani c’era profondo rispetto e i due ex presidentissimi spesso combatterono le stesse battaglie a favore delle squadre provinciali contro i grandi club italiani. Chiunque si sia avvicinato ad Ascoli e a Pisa ha dovuto fare i conti, nei decenni, con il loro retaggio.