Dottor Risaliti, giù la maschera: "Mi tatuo la C"

Difensore in tutti i sensi (si è appena laureato in giurisprudenza) è stato il primo acquisto di Giovannini: "La data di Arezzo-Pianese sulla pelle"

Dottor Risaliti, giù la maschera: "Mi tatuo la C"

Dottor Risaliti, giù la maschera: "Mi tatuo la C"

di Andrea Lorentini

È stato il primo acquisto dell’era del direttore generale Paolo Giovannini. Ha segnato il primo gol ufficiale della stagione. Ha griffato il pari nello scontro diretto, decisivo, contro la Pianese lo scorso 16 aprile che ha regalato la promozione all’Arezzo con tre giornate di anticipo.

Giacomo Risaliti è, senza ombra di dubbio, uno dei principali protagonisti della cavalcata amaranto, nonché uno dei pilastri della difesa meno battuta del girone. "Non avevo mai vinto un campionato in carriera. Farlo ad Arezzo è stato qualcosa di unico. La partita con la Pianese, lo stadio pieno, la festa in giro per la città accompagnati dai caroselli dei tifosi sono stati tra le emozioni più belle della mia vita". Eppure i momenti difficili durante la stagione non sono mancati.

"Una squadra forte si vede proprio quando le cose di complicano. Noi abbiamo dimostrato di essere un gruppo vero che di fronte alle difficoltà si è sempre compattato".

Lui è testimone perchè il suo non è stato solo un anno di gioie, Giacomo è dovuto passare anche attraverso la sofferenza per una doppia frattura del setto nasale e per un’operazione al menisco. "Non ero mai stato fuori per così tanto tempo. Soprattutto la lesione al menisco mi ha costretto ai box per diverse settimane e posso assicurare che da fuori si patisce molto di più. È stata un’esperienza che ha contribuito a farmi crescere".

Nonostante gli infortuni ha realizzato 5 gol in campionato e 2 in Coppa Italia. Numeri di tutto rispetto per un difensore centrale. "È il mio record personale in carriera. Non avevo mai segnato così tanto. E’ gratificante sapere di aver contribuito al raggiungimento dell’obiettivo anche se il merito va distribuito equamente tra tutti". Poi aggiunge: "La nostra forza è stata il collettivo e l’ha dimostrato il mister scegliendo ogni domenica interpreti differenti facendo molte rotazioni proprio perché aveva a disposizione una rosa di alto livello".

In molti hanno individuato nella sconfitta di Terranuova il punto più basso dal quale però l’Arezzo ha saputo far scoccare la scintilla per le otto vittorie consecutive e lo strappo decisivo. "È una lettura un po’ riduttiva – afferma Risaliti – perché nel corso del campionato siamo stati anche a -5. Vero è che in quella settimana c’è stato un confronto costruttivo tra giocatori, staff tecnico e dirigenza nel quale ci siamo detti le cose in faccia e in particolare che dovevamo essere meno belli, ma più cinici. E così è stato". Poi individua nella trasferta di Ponsacco un momento chiave.

"Quella vittoria ottenuta su un campo impossibile in una giornata da tregenda ci ha dato una spinta fondamentale". I tifosi l’hanno rinominato l’uomo mascherato, per via della protezione che indossa per proteggere il naso. Una maschera che è ha assunto un valore simbolico.

"All’inizio l’ho messa per sentirmi più sicuro nei contrasti aerei. Poi mi ci sono affezionato, oltre a portarla per scaramanzia e perché mi piaceva il soprannome datomi dai tifosi. Adesso che abbiamo vinto il campionato posso anche toglierla".

La ciliegina sulla torta la laurea conseguita in Giurisprudenza all’Università di Firenze. "La domenica abbiamo conquistato la serie C, il martedì mi sono laureato. Due date indimenticabili che mi farò tatuare".