Rita Turchi. L’Agrobiodiversità difende le specie a rischio

Rita Turchi* L’agrobiodiversità è diventata sempre più uno strumento irrinunciabile di gestione in agricoltura, mentre per il consumatore è sinonimo di un...

Rita Turchi*

L’agrobiodiversità è diventata sempre

più uno strumento irrinunciabile di gestione

in agricoltura, mentre per il consumatore è sinonimo di un cibo “locale” - spesso di “filiera corta” - stagionale (più legato alla naturalità delle cose), più “sano” (per la fiducia che si ripone nell’agricoltore che spesso è conosciuto dal consumatore) e più rispettoso dell’ambiente (perché l’agricoltore “conosciuto” vuole offrire un prodotto “sano” e “buono” per sé e per gli altri).

Il tema è ormai parte del bagaglio culturale di tutte le Regioni a partire dalla Toscana che già nel 1997 legiferò sul tema; oggi sono 18 le Regioni dotate di una legge in materia. E’ del 2015 la Legge n. 194, che finalmente detta le disposizioni nazionali. Scritta sulla falsa riga di quelle regionali, ma dotata di numerosi strumenti per la valorizzazione – Comunità del Cibo; Itinerari dell’agrobiodiversità; attività per le Scuole; Giornata nazionale dell’Agrobiodiversità; Linee guida nazionali; ecc. –, la Legge ha permesso di creare un sistema nazionale basato sull’Anagrafe nazionale, che oggi annovera 2.332 risorse genetiche locali a rischio di estinzione, di cui 207 animali e 2.125 vegetali; tra queste la Toscana vanta i primi posti con ben 23 razze animali e 795 varietà vegetali.

I numeri andranno sempre più crescendo perché molte regioni nel 2015, non erano dotate di una propria legge in materia, per cui l’iscrizione all’Anagrafe nazionale di risorse genetiche vegetali è iniziata in un tempo relativamente recente. La Toscana ha avviato questa attività nel 1998, iscrivendo le proprie risorse nei Repertori regionali della LR 50/1997, oggi sostituita con la LR 64/2004; consultabili sul sito della Regione Toscana http://germoplasma.regione.toscana.it/

e su quello dell’Anagrafe nazionale https://rica.crea.gov.it/APP/anb/search.php

In seguito all’iscrizione della risorsa nei Repertori regionali o nell’Anagrafe nazionale, inizia la fase della “conservazione”,

che in Toscana è realizzata da 9 banche del germoplasma e da 230 Agricoltori Custodi, sparsi su tutto il territorio regionale, che conservano circa 270 delle suddette 795 varietà locali a rischio di estinzione. Dall’inizio dell’attività (1998) ad oggi, il sistema di tutela e valorizzazione del patrimonio di risorse della Toscana ha permesso il rientro in commercio di 35 varietà locali a rischio di estinzione (D.Lgs. 20/2021) e l’iscrizione di 366 cultivar locali di specie frutticole al Registro nazionale per la commercializzazione delle piante da frutto (D.Lgs. 18/2021). L’individuazione, il recupero, la caratterizzazione, la catalogazione, la conservazione e la valorizzazione delle risorse genetiche locali a rischio di estinzione della Toscana; il lavoro di una “rete” di Università (Pisa, Firenze e di Siena), CNR, CREA e di agricoltori “custodi”.

*Responsabile tutela e valorizzazione dell’Agrobiodiversità - Regione Toscana