
Il presidente del grande gruppo alimentare traccia un bilancio di attività "I prodotti surgelati aiutano a vincere la sfida contro gli sprechi. Prezzi al dettaglio sotto controllo: collaboriamo con la grande distribuzione".
FIRENZE
"Vogliamo rimarcare ancora una volta il nostro ringraziamento a Qn, Il Resto del Carlino e La Nazione per AgroFutura, iniziativa unica nel suo genere per coinvolgimento dei territori e per essere riuscita a occuparsi di un settore che molta stampa non racconta con le dovute attenzioni". A dirlo è Bruno Piraccini, presidente di Orogel, primo gruppo italiano nella produzione di vegetali freschi surgelati.
Quali sono state le impressioni sulla prima tappa dell’iniziativa, in Emilia Romagna?
"Molto positive. I risultati di quel confronto sono stati ampiamente letti e commentati. Facciamo tante riunioni con i produttori e i temi trattati durante AgroFutura sono stati argomento di approfondimento e dibattito".
Voi avete radici profonde in Romagna, ma qual è il vostro legame con la Toscana?
"Intanto va detto che Romagna e Toscana hanno profondi legami storici, geografici e territoriali. Il territorio romagnolo è protagonista per le nostre coltivazioni, ma i nostri prodotti sono in tutti i supermercati toscani. Anzi, la Toscana è una delle regioni che più apprezza la cura che mettiamo nel proporre i nostri ortaggi, l’attenzione agli aspetti salutistici. È un fattore che non sorprende, conoscendo il livello elevato della cultura del cibo e della cucina nella regione. I nostri prodotti si adattano bene alle ricette locali perché siamo, a nostra volta, a livelli molto elevati di qualità. Non dimentichiamo infine i legami creati fra le due regioni dall’Artusi, padre della cucina italiana, un romagnolo trapiantato a Firenze che ha dato vita alla prima, vera, raccolta italiana di ricette, determinando le abitudini culinarie di tante famiglie".
L’agricoltura sta attraversando una fase di profonda trasformazione, fra cambiamenti climatici e nuove tecnologie. Orogel come guarda al futuro?
"Il nostro è un consorzio cooperativo che raggruppa produttori in tutta Italia, in particolare in Romagna, ma anche nel Sud del Paese e in Veneto. Si tratta di realtà che devono avere le caratteristiche giuste per produrre ortaggi di qualità, che surgeliamo senza alterarli. Ci limitiamo a farli raccogliere dai soci, per poi portarli in azienda per il lavaggio, la pulizia e la surgelazione, facendoli arrivare a tavola come freschi. In questo percorso, diamo molta importanza alla filiera: l’agricoltore deve essere assistito, attenzionato, avere garanzie in termini di remunerazione. È un tassello essenziale per il futuro dell’agricoltura. Un’altra sfida è evitare di creare sprechi ed eccedenze di mercato e, in questo, il prodotto surgelato aiuta. Infine, con la grande distribuzione, stiamo cercando di costruire le giuste programmazioni affinché il consumatore abbia prezzi adeguati".
Il mercato come reagisce alle vostre proposte?
"Molto bene. Anche quest’anno, nonostante la contrazione dei consumi, il nostro dato è estremamente positivo e la crescita ci permette di adeguare e ingrandire le nostre capacità produttive. Su 390 milioni di euro di fatturato, ogni anno, dai 50 ai 60 milioni vengono investiti per l’adeguamento delle tecnologie, per assistere i produttori e trasferire loro i concetti di agricoltura intelligente e monitoraggio delle coltivazioni, per migliorare la logistica ottenendo progressive riduzioni dei costi".
Quali sono i vostri numeri?
"Abbiamo 2.500 dipendenti in tutta Italia, 1.300 dei quali a Cesena. In più abbiamo altri 400 dipendenti in Orogel Fresco, una società che si occupa di frutta fresca, altri 450 in Vitroplant, specializzata nella moltiplicazione in vitro di piante e siamo soci di altre realtà che curano alcuni aspetti specifici".
Quando sono importanti ricerca e sviluppo?
"Abbiamo un’area interamente dedicata che stiamo curando in modo particolare, perché la salute delle piante passa attraverso quella del terreno e noi vogliamo far sì che i terreni a lungo sfruttati per le coltivazioni vengano rigenerati. Come dicevo, siamo anche soci al 20% di una società informatica e, al 50%, di un’altra realtà specializzata in robotica, nella convinzione che queste due frontiere siano essenziali per il futuro del comparto agricolo".
Qual è invece il vostro impegno nel welfare?
"L’attenzione al benessere della persona fa parte dello spirito agricolo e contadino, che ci ha permesso negli anni di crescere. Per questo abbiamo creato una fondazione specifica, attiva nel settore della salute e dell’assistenza agli anziani nei territori in cui operiamo. Si chiama F.Or. Fondazione Fruttadoro Orogel e ogni anno le destiniamo 2 milioni di euro per interventi sociali. Abbiamo anche un’attività molto intensa di welfare aziendale perché una delle difficoltà dell’agricoltura è creare le condizioni perché le famiglie possano lavorare in questo ambito. Forniamo doposcuola, buoni libro, assistenza durante la maternità, assicurando tutto il supporto e l’assistenza necessari a ciascuna dipendente per dedicarsi alla cura della famiglia prima e dopo il parto. Il social housing ci permette di ospitare una trentina di famiglie in nostre abitazioni; facciamo da garanti per chi ha bisogno di chiedere un mutuo; concediamo prestiti senza interessi. Vengono organizzate iniziative mirate per i lavoratori immigrati e abbiamo creato una casa della salute e del benessere accanto alla fabbrica con uno psicologo. Infine abbiamo attivato e stiamo attivando convenzioni per screening mirati per tumori e problemi cardiologici. Insomma il welfare resta per noi centrale per rendere attrattivo il comparto agricolo e per garantirgli un futuro".
Lisa Ciardi