Eugenio Giani
Agrofutura

Eugenio Giani: "Le eccellenze toscane: identità, innovazione e cura del paesaggio"

Il presidente della Regione illustra politiche e risultati per le aree agricole. Percorsi turistici, tutela dei borghi antichi, delle produzioni e dei prodotti. "Una grande opportunità per mettere in pratica il cambiamento".

Il presidente della Regione illustra politiche e risultati per le aree agricole. Percorsi turistici, tutela dei borghi antichi, delle produzioni e dei prodotti. "Una grande opportunità per mettere in pratica il cambiamento".

Il presidente della Regione illustra politiche e risultati per le aree agricole. Percorsi turistici, tutela dei borghi antichi, delle produzioni e dei prodotti. "Una grande opportunità per mettere in pratica il cambiamento".

Nel contesto storico attuale il termine “futuro” trova un legame profondo e significativo con i settori dell’agricoltura e dell’agroalimentare. E la scelta del titolo Agrofutura lo dice con chiarezza.

Non molto tempo fa, infatti, il settore agricolo attraversava un momento di grande difficoltà, che non riguardava solo la crisi economica, ma anche una crisi di visione e di prospettiva. Di fronte ai profondi cambiamenti sociali ed economici che investivano la società, si avevano molte incertezze sul futuro dell’agricoltura. Problemi come la concorrenza crescente di altri paesi, lo spopolamento delle aree rurali, l’assenza di un ricambio generazionale adeguato e lo spostamento di risorse e investimenti verso altri settori economici, erano temi di grande attualità e preoccupazione. Oggi, però, la situazione è profondamente cambiata. Si può non solo parlare di futuro, ma anche riconoscere con orgoglio che il presente è già segnato da importanti conquiste e progressi, che aprono nuove e promettenti prospettive per tutto il comparto.

Questa è la realtà che ci piace raccontare quando pensiamo alla Toscana, una regione che non ha mai rinnegato la sua tradizione, anzi l’ha valorizzata in quanto fonte di qualità, identità, sapori autentici e competenze radicate nel tempo. Ma questa tradizione non è rimasta statica: si è messa al servizio dell’innovazione, che a sua volta ha rafforzato e arricchito la tradizione stessa.

I dati più recenti confermano la solidità di questo sistema: la produzione agricola della Toscana supera i 3,7 miliardi di euro, un valore significativo, ma ancora più rilevante è il numero delle aziende – quasi 20mila – che operano all’interno di ben 90 denominazioni di origine protetta (DOP) e indicazioni geografiche protette (IGP) nel campo dell’alimentare e del vino, con un fatturato che raggiunge 1,4 miliardi di euro. Tuttavia, dietro a questi numeri si nasconde molto di più: ogni singola realtà rappresenta non solo un prodotto, ma una storia, un territorio, e potremmo aggiungere anche un paesaggio. Il paesaggio toscano, infatti, che oggi gode di tutele specifiche, non è solo un patrimonio naturale, ma il frutto di una laboriosa e sapiente interazione tra l’uomo e la terra.

Per tutti questi motivi, abbiamo concentrato i nostri sforzi e continueremo a farlo per aumentare l’attrattività delle aree rurali e per diversificare le attività delle aziende agricole. Abbiamo accolto con entusiasmo e sostegno iniziative e percorsi nati nei vari territori toscani.

In questo contesto si inserisce anche una sfida particolare, sintetizzata nel concetto di “Toscana diffusa”, che rappresenta un elemento chiave e qualificante dell’azione della nostra Regione in questa legislatura. La Toscana diffusa significa valorizzare non solo le città maggiori come Firenze, Pisa e Siena, ma anche i borghi, le città d’arte minori, le aree rurali e montane, che hanno una loro identità unica e una storia agroalimentare che si riflette nella cultura del cibo. Impegnarsi oggi nel settore agricolo e agroalimentare significa davvero costruire il futuro, come detto, ma un futuro che coinvolge tutti, anche chi vive nelle città e non è direttamente coinvolto nell’agricoltura.

Sono sempre più convinto che questo ambito rappresenti una grande opportunità e un banco di prova fondamentale per mettere in pratica il cambiamento: bisogna sfruttare tutte le risorse disponibili, comprese quelle comunitarie, valutare attentamente scenari e opportunità, investire nelle nuove tecnologie, perché oggi la tecnologia è uno strumento imprescindibile per difendere e migliorare la tradizione.

Un lavoro che riguarda tutti noi, perché parlare di sviluppo rurale significa anche affrontare temi di grande rilevanza sociale come la salute e la sostenibilità ambientale. Un nome come AgroFutura funziona perché sa trasmettere immediatamente il senso di un evento che guarda avanti, anticipando lo spirito e gli obiettivi di un percorso di trasformazione e crescita.

Nel programma di questo Festival saranno affrontati molti temi importanti, dall’agritech alle filiere produttive, ma ce n’è uno che mi sta particolarmente a cuore: la presenza e il ruolo crescente dell’imprenditoria femminile e giovanile nel settore agricolo e agroalimentare. Fino a pochi anni fa, questa prospettiva sembrava poco concreta, mentre oggi i dati parlano chiaro: un numero sempre maggiore di giovani e donne si sta impegnando con successo in questo ambito, sfatando luoghi comuni e confermando che il futuro dell’agricoltura è nelle loro mani. Proprio per questo, continueremo a impegnarci con convinzione e determinazione, lavorando a fianco dei produttori, degli operatori economici, dei territori e delle amministrazioni locali, per costruire insieme un futuro sostenibile e ricco di opportunità.

* Presidente della Regione Toscana