LAURA VALDESI
Cronaca

Violenza di gruppo a Siena, il pm a caccia dei dati cancellati

Giovedì nuova maratona per copiare il contenuto del cellulare di un minorenne. Si scava nel ’cloud’ dei 5 telefoni. L’avvocato Panti: "Revocato l’incarico"

A sinistra il legale di Cappiello, Danilo Lombardi, a destra l’avvocato Panti

Siena, 22 giugno 2021 - Continua  la ’guerra’ sui cellulari dei protagonisti del presunto stupro di gruppo avvenuto nella notte fra il 30 e il 31 maggio in una casa del centro su cui indaga il pm Nicola Marini. Il 24 giugno, infatti, c’è una nuova maratona per il tecnico della guardia di finanza incaricato dalla procura di estrapolare i dati dai modernissimi Iphone12 dei quattro indagati e della ragazza che ha denunciato la violenza. Il motivo è semplice. Giovedì scorso le operazioni per effettuare la copia forense dei telefoni di tutti i protagonisti dell’inchiesta era iniziata alle 9 concludendosi alle 22 . Soltanto di quattro cellulari era stato duplicato il contenuto: quello di Alessio Langella, di Alessandro Cappiello, del calciatore Manolo Portanova (tutti e tre sono ancora ai domiciliari) e della studentessa. Il 24 si prosegue estrapolando i dati del cellulare del minorenne indagato (sono state svolte le verifiche chieste dalla difesa che aveva eccepito la nullità), non ci sono dubbi che gli appartenga. E poi, secondo quanto disposto dal pm Marini, si dovrà copiare anche il contenuto del ’cloud’, la memoria dove filmati e dati restano custoditi per 30 giorni anche se fossero stati cancellati. I difensori degli indagati avevano fatto mettere a verbale, al termine della prima maratona, che pretendevano quest’ultimo accertamento sull’Iphone della giovane. Perché era rimasto nella sua disponibilità a lungo, prima di essere acquisito dalla Squadra Mobile. L’avvocato della giovane, Jacopo Meini, si era opposto invocando che l’operazione fosse svolta su tutti i cellulari. Così sarà.

Da qui si riparte dunque giovedì in un’inchiesta dove le tensioni sono palpabili. Esce di scena uno dei difensori degli arrestati, l’avvocato Duccio Panti, che assisteva lo zio di Portanova, Alessio Langella. "Non sono più il suo avvocato – conferma – non c’era accordo sulla mia strategia difensiva da parte della famiglia per cui l’incarico mi è stato revocato". Sarà dunque solo il collega Alessandro Betti ad occuparsi dell’indagato. Il pm Marini, intanto, analizzerà il racconto delle persone che erano presenti quella sera nella casa, unitamente ad altre, valutando se ascoltare direttamente alcuni di loro. In attesa che sul suo tavolo giunga – difficilmente sarà prima della prossima settimana – la copia forense dei cellulari. E si possa capire se davvero, come sostenuto dalla studentessa, ci sono foto e filmati della violenza, se sono stati condivisi per cui si delineerebbe il reato di revenge porn. Sempre che, una volta cancellati, sia tecnicamente possibile recuperarli. Anche alle chat si guarda con particolare attenzione per compiere ulteriori mosse. In attesa che vengano fissate le udienze davanti al tribunale della libertà per gli arrestati. Al momento, nessun incidente probatorio.