
I cambiamenti in atto per turismo, commercio e centri abitati dopo la pandemia. È stato il filo conduttore del primo appuntamento di Aperidee, seconda edizione della serie di incontri organizzato da Confesercenti, dedicato a una delle ferite aperte della città: quelle ‘Vetrine interrotte’, come suggerisce il titolo dell’incontro, che stanno disabitando negozi e centro storico. Un’occasione per riflettere su problemi e soluzioni, trasformazioni della domanda e dell’offerta, alla luce di sfide sempre più attuali come gli affitti brevi, l’aumento dei costi, il commercio online e il turismo mordi e fuggi. All’incontro, andato in scena ieri a ‘La Speranza in Piazza del Campo, hanno partecipato Vanna Giunti, assessore al Turismo e Commercio, Carlo Francini, site manager centro storico Firenze, Francesca Saglimbeni, titolare dell’erboristeria Armonia, Cristina Capineri, direttore del Dispoc dell’Università, e Santino Cannamela, presidente Confesercenti Firenze. "Il turismo ha ripreso come e più di prima – ha introdotto Massimo Sollazzini, responsabile Confesercenti -, un dato positivo ma non uguale per tutti, con possibilità di correzione guardando in prospettiva. Il titolo prende il toro per le corna rispetto alle criticità del periodo pandemico. Le presenze aumentano ma non per tutti sono performanti. Le proiezioni per l’estate indicano +4% di presenze in Toscana, che arriva al 9,6% nelle città d’arte. Ma tra il 2007 e il 2019 gli addetti del settore commercio sono calati del 4% mentre aumentano le grandi catene".
Una fotografia che coincide con la visione dei commercianti senesi. "Nel centro storico la situazione è generalizzata e negativa – ha commentato Francesca Saglimbeni -, con abbigliamento e negozi penalizzati. Anche nel mio settore sono rimaste solo due attività in centro. Il sentiment del cliente è di una qualità sempre più bassa, con prezzi alti anche se continuiamo a lavorare con la solita professionalità. Il malcontento è causato dall’influenza dell’online, con le sue comodità, aleggia l’idea che qui non si trovino le cose giuste. Bisogna riscoprire i negozi di prossimità, le vie del centro sono ormai popolate solo da grandi catene anche a causa dei costi di affitto".