
La vendita a una cordata di privati del campino di Porta Ovile sbarca in Consiglio comunale. A chiedere conto dell’operazione, il gruppo Pd attraverso Bruno Valentini: "Nel febbraio 2020, l’assessore Paolo Benini aveva tolto tale impianto sportivo dall’elenco dei beni comunali in vendita ma poi la Giunta lo ha inserito nell’elenco di quelli destinati all’alienazione per 70mila euro. Inoltre l’area dove è inserito è uno ’spazio pubblico’, ovvero una zona sistemata a verde dove possono esserci luoghi attrezzati per il gioco, per la pratica sportiva di base, etc.". Valentini ha chiesto: "Visto che ci sono due progetti, uno finanziato col Bando Periferie e uno col Bando Horizon, volti alla valorizzazione della vallata di Ravacciano che potrebbero portare al recupero delle Fonti di Ovile e anche del campino, perché non lasciare l’impianto alla proprietà pubblica affidandolo in gestione ad associazioni sportive di base?".
Benini ha ricordato: "In due anni non ci sono stati progetti di riqualificazione concreti per mancanza di soldi. La scelta di portare il campino tra i beni alienabili è stata presa dall’Ufficio Patrimonio. Tengo, però, a precisare che quando la struttura è stata messa a gara nessuno ha palesato interessi diversi e questo non è avvenuto neppure quando era ’parcheggiata’ tra i beni alienabili". L’assessore ha aggiunto: "Impossibile darlo in affitto al Gs Alberino perché non aveva il denaro per un progetto di riqualificazione. Allo stato attuale, comunque, sappiamo chi lo ha comprato, a quanto, e cosa vuole farne con un progetto che punta a un recupero effettivo dell’intera area – è la conclusione – e per il quale è assicurata per legge, secondo i vincoli urbanistici, garanzia di passo per le Fonti o altre servitù".