Va in scena il ’Santospiritosciò’. Detenuti sul palco, contradaioli spettatori

Oggi tocca a quelli di Onda e Tartuca, dopo la fase sperimentale iniziata con Oca e Torre, poi Bruco e Nicchio. Il priore Mocenni svela ’Artinpalio’. Rossi (Fmps): "Quando la volontà di soggetti eterogenei fa la differenza". .

Va in scena il ’Santospiritosciò’. Detenuti sul palco, contradaioli spettatori

Va in scena il ’Santospiritosciò’. Detenuti sul palco, contradaioli spettatori

di Laura Valdesi

SIENA

"A volte non sono i soldi, pure importanti, che fanno la differenza. Quanto lo sforzo e la volontà di soggetti eterogenei che uniscono le forze", riconosce il presidente della Fondazione Mps Carlo Rossi. Fotografando l’"anima" di un progetto che vede Contrade, carcere di Santo Spirito e scuola a braccetto per favorire uno scambio, di relazioni umane e di attività, fra la città e la casa circondariale incastonata nel centro storico. Idea a cui la Fondazione Mps, attraverso il bando del ’Community Hub-culture Hibrid’, ha dato gambe "mettendo a disposizione – spiega Rossi – fondi grazie a cui si coniugano il tema della cultura e del sociale. Centomila euro complessivamente, poco più di 6mila sono andate al progetto di apertura del carcere alla città attraverso le arti dello spettacolo presentato in un ambiente, la sede intercontradaiola della Città dei Mestieri a cui abbiamo dato un contributo per la realizzazione. Bello, quando si semina, vedere i frutti".

Cosa c’è di meglio della musica e della scrittura, dello spettacolo, per rompere le barriere e cancellare il senso di ’condanna’ e di inferiorità che prova chi è recluso. Nasce così "Artinpalio". Grazie all’adesione dell’istituto ’Caselli’ e al supporto del Magistrato delle Contrade, tramite le commissioni solidarietà e mutuo soccorso – a tenere a battesimo l’iniziativa è infatti il priore della Selva Benedetta Mocenni che ne è referente in deputazione – per otto mesi i contradaioli potranno prendere parte come spettatori al ’Santospiritosciò’. Uno spettacolo messo in scena da ’Liberi dentro’, la compagnia della casa di reclusione, più dai ’Cella Musica’. "Quest’ultima è una band che vede insieme – spiega Maria Iosè Massafra, educatrice dell’istituto penitenziario e motore dell’iniziativa – agenti senza divisa che suonano insieme ai detenuti e al dipendente di una ditta fornitrice di Santo Spirito".

S’inizia oggi stesso con la prima esibizione a cui parteciperanno Onda e Tartuca, dopo quelle sperimentali di Oca e Torre in primavera, Bruco e Nicchio a novembre. Una venticinquina di persone, tutto esaurito. "Replicheremo ’Cavalli di battaglia’, questo il titolo dello spettacolo con brevi testi teatrali o letterari da Boccaccio fino alla televisione, intanto il primo febbraio, calendarizzando poi i 6-7 appuntamenti necessari per accogliere tutti gli spettatori contradaioli", si inserisce Ugo Giulio Lurini di ’LaLut’. La compagnia teatrale senese che grazie ai laboratori svolti nella casa circondariale ha incentivato la nascita delle due realtà che daranno vita allo spettacolo: una quindicina di detenuti (sui 62 complessivamente ospitati) più la band.

E la scuola? "La cultura è base dell’evoluzione della società, per consentire a chi si trova in cella di pensare al futuro e cambiare le sue prospettive di vita. Già collaboriamo – spiega Luca Guerranti, dirigente scolastico di Caselli e Monna Agnese – con i corsi che consentono a tanti di diplomarsi. C’è chi ha preso 100, altri meno. Comunque sia possono avere un avvenire migliore". Alcune studentesse, due per volta a rotazione, si recano in carcere per collaborare ai laboratori da cui è nato adesso "Artinpalio", facendo un po’ di tutto. Sostituendo anche i detenuti-attori quando magari hanno udienze in tribunale o vengono scarcerati. "Fare poi musica in gruppo ha un grande valore terapeutico", osserva Sara Ceccarelli, insegnante del laboratorio musicale. "Un’esperienza bellissima – conferma Catlin Giolitti, docente referente per il carcere del ’Caselli’ – che alcune hanno chiesto di proseguire e vogliono portare anche all’esame di stato".

Se le varie anime di Siena si parlano e collaborano è una grande ricchezza: da un piccolo seme può nascere un grande albero con radici solide.