
di Giuseppe Serafini
Il caso del pensionato di 86 anni di Piancastagnaio, Ennio Scapigliati, che lo scorso 28 agosto si è visto recapitare dal postino una serie di notifiche da parte dell’Agenzia delle entrate di Siena per un totale di oltre 26mila euro per omessi pagamenti a partire dal 1994, è diventato una grande storia nazionale. Prima di tutto perché il pensionato ha scritto una lettera accorata a La Nazione e l’ha girata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presso Palazzo Chigi, e all’Agenzia delle Entrate. Poi perché, una volta che la sua storia è stata pubblicata sulle pagine de La Nazione, televisioni e quotidiani nazionali si sono messi a caccia dell’anziano stangato dal fisco per conoscere meglio la sua odissea tributaria.
Ennio Scapigliati è stato imprenditore del commercio, che ha ricordato nella lettera la sua correttezza fiscale anche riguardo ai suoi ex dipendenti e "ha versato diligentemente nel corso della sua attività i contributi assistenziali obbligatori - ha scritto anche alla premier Meloni -. Sono una persona che ha sempre avuto ottimi rapporti con i suoi dipendenti ed è dimostrato dal calore e dall’amicizia che ancora mi tributano quando ci incontriamo. Ecco perché mi rimane difficile comprendere, a distanza di anni, questo accanimento da parte dellp Stato nei miei confronti".
Oltre all’interessamento dei network televisivi e la richiesta di volerlo come ospite nei talk show, il pensionato di Piancastagnaio spera che il suo appello alla presidenza del consiglio, quell’accorato "Giorgia aiutami tu" scateni l’interessamento di Palazzo Chigi. "Spero che si possa arrivare a una positiva soluzione del mio caso magari con una rottamazione prevista dalle norme - ha aggiunto ieri il nostro tartassato -. Davvero, il clamore mediatico che la mia storia ha sollevato ha portato all’ attenzione di tutti un caso che purtroppo non è l’unico in Italia. Per questo il mio ringraziamento già da ora va alla premier Meloni e a tutti coloro che si sono interessati alla vicenda".
La vicenda di Ennio Scapigliati di Piancastagnaio e della sua ’via Crucis’ tributaria ha toccato anche il sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini, che ha commentato così la storia a La Nazione e ai giornali che l’hanno chiamato. "Solidarietà per il concittadino di Piancastagnaio, ma – ha aggiunto Vagaggini - sono rimasto un po’ perplesso in quanto come sindaco del paese mi sarei aspettato da parte sua di essere interpellato prima di chiamare in causa la presidente del consiglio. Anche perché le porte del Comune verso chi si è trovato in serie difficoltà non si sono mai chiuse, anche nei casi di aiuto sanitario. Forse - ha proseguito il sindaco - avremmo potuto offrire come amministrazione comunale tutto il sostegno legale e amministrativo per risolvere il problema.
Dopo la chiusura dell’ufficio del giudice di pace ad Abbadia San Salvatore il nostro Comune ha ottenuto l’apertura di un ufficio di prossimità che offre assistenza e aiuto giuridico non solo ai cittadini di Piancastagnaio, ma all’intera comunità amiatina che non deve più recarsi a Siena per risolvere i problemi legati alla burocrazia penale".