
"Alla vigilia di importanti scadenze e di fronte a difficili scelte per l’Europa, l’opinione pubblica italiana appare talmente dominata da gravi questioni di politica interna da riservare scarsa attenzione al dibattito sui temi dell’unità europea". Era il 22 ottobre 1993 e l’allora presidente della Camera, Giorgio Napolitano, pronunciava queste parole a Siena, in occasione del debutto delle conferenze italo-inglesi di Pontignano apertesi col monito di lord Ralph Dahrendorf: "Maastricht è stata una forzatura, divide l’Europa".
Rilette tre decenni dopo, con la Brexit alle spalle e una diffusa diffidenza verso l’Unione Europea, parole ampiamente premonitrici. Non a caso, nell’ultima presenza a Siena da presidente della Repubblica in occasione sempre delle giornate pontignanesi nel 2012, Napolitano aveva invitato la Gran Bretagna a "non autoisolarsi". "Regno Unito e Italia: condividiamo lo stesso futuro?", era il titolo di quella relazione. L’auspicio di una difesa dell’Europa che proprio a Pontignano, negli anni, ha trovato e continua a trovare un costante ponte con la Gran Bretagna, anche dopo la fragorosa rottura che invece ha dato una risposta negativa a quell’auspicio.
È stato questo uno dei punti di contatto più forti tra l’ex presidente della Repubblica, scomparso due giorni fa, e la nostra terra. Anche con un particolare delicato, quando in seguito a una caduta, il 18 settembre 2004, fu trasportato da un’ambulanza al pronto soccorso delle Scotte, dove fu medicato e dimesso.
Quando invece assistette al Palio il 16 agosto 1997 da una terrazza di Palazzo Sansedoni, invitato dall’allora presidente del Monte dei Paschi Luigi Spaventa, era ministro dell’Interno. E allora come oggi al titolare di quel dicastero veniva chiesto soprattutto come affrontare lla questione immigrazione: "È un problema che riguarda l’economia prima che l’ordine pubblico", rispose ai cronisti che l’intercettarono in quell’occasione.
Di Monte dei Paschi parlò da presidente della Repubblica anni dopo, sollevando anche rilievi politici: la banca era nel pieno della bufera per l’inchiesta sui derivati. Napolitano intervenne per definire "grave" quella situazione, ma in un colloquio con Il Sole 24ore difese l’operato della Banca d’Italia, affermando che aveva operato correttamente "nei limiti dei suoi poteri" e garantendo il sostegno alla magistratura per "soddisfare le esigenze di chiarezza fortemente sentite dall’opinione pubblica e in particolare dai risparmiatori". Dal centrodestra in particolare si levò qualche critica, poi quella vicenda giudiziaria ha assunto strade talmente tortuose che ancora conducono alle aule di tribunale.
Tornando ai legami tra Napolitano e Siena con vista sull’Europa, di particolare rilievo l’incontro del giugno 2007 con il presidente della Repubblica federale tedesca Horst Kòhler, in occasione del cinquantenario dei Trattati di Roma fondativi della Comunità europea. Insieme, nella nostra città, i due presidenti incontrarono una delegazione di studenti dell’Università degli Studi di Siena, dopo aver realizzato analoga iniziativa con quelli di Tubinga. Motivo? "Un comune impegno nel processo di unificazione e integrazione dell’Europa, che rimane punto di riferimento fondamentale nel presente e per il futuro", si disse allora. Tra l’altro, curiosità, in quell’occasione Kòhler confidò ai giornalisti: "Lo ammetto, non ero mai stato a Siena...".
Un filo conduttore, quello dello scenario europeo, che ha costantemente legato i rapporti di Napolitano, nei vari ruoli istituzionali, con Siena negli ultimi decenni. Ieri il Comune di Siena ha deciso di esporre la bandiera a mezz’asta per commemorare l’ex presidente.