Tittia e Brigante, niente ricorso. Diffida accettata

Tittia e Brigante hanno accettato le sanzioni dell'amministrazione Fabio per i fatti del Palio di luglio. Grandine, Scompiglio, Chiocciola, Tartuca e Torre hanno presentato ricorso alla giunta comunale. L'Associazione proprietari e allenatori di cavalli da Palio ha formato una commissione elettorale per individuare il nuovo presidente.

Tittia e Brigante hanno accettato la diffida proposta dall’assessore delegato Giuseppe Giordano per i fatti del Palio di luglio, non presentando ricorso alla giunta comunale nei dieci giorni previsti che scadevano proprio ieri. Dunque queste le prime sanzioni irrogate dall’amministrazione Fabio. Che nel caso del sardo-tedesco punisce l’"aver tenuto il cavallo di traverso spingendo col posteriore in basso e non consentendo alla Torre il corretto allineamento tra i canapi". L’assessore delegato aveva comunque scritto che l’azione di disturbo non era imputabile ad un solo fantino ma anche da quello dell’Onda, Brigante appunto, seppure "non coordinata". Brigante, secondo Giordano, aveva spinto "il cavallo (dell’Onda, ndr) in alto riducendo al minimo lo spazio di ingresso della Torre" non consentendo il corretto allineamento. Tittia e Brigante non hanno avuto addebiti per l’Assunta per cui il capitolo giustizia paliesca 2023 per entrambi finisce qui. Per i fatti di luglio si sono invece rivolti alla giunta comunale Grandine, Scompiglio, Chiocciola, Tartuca e Torre. Quest’ultima rischia un Palio di squalifica per il pugno a fine Carriera dato a Tittia da un contradaiolo.

Intanto ieri pomeriggio si è svolta l’assemblea dell’Associazione proprietari e allenatori di cavalli da Palio per formare la commissione elettorale a cui spetta l’individuazione del presidente dopo la guida onoraria di Mario Savelli con vice presidente Osvaldo Costa. A farne parte sono Paolo Salvini, Leonardo Giorgi e Marcello Roti: hanno un mese per individuarlo.

La.Valde.