PINO DI BLASIO
Cronaca

"Tassi alti, le aziende non investono Usiamo i soldi non spesi del Pnrr"

Il presidente Petri e il bilancio di Artigiancredito: "Deliberati finanziamenti per 265 milioni di euro in sei mesi"

"Tassi alti, le aziende non investono Usiamo i soldi non spesi del Pnrr"

di Pino Di Blasio

"Tutti i numeri del bilancio semestrale di Artigiancredito sono positivi. I finanziamenti hanno superato quota 265 milioni di euro, con una crescita di oltre il 7% sui volumi dell’anno scorso. Il numero dei soci è aumentato di 750 unità, superando quota 118mila, l’utile del periodo è di 2 milioni e 322 mila euro, quasi il 19% in più. Mentre i finanziamenti sulla piattaforma Fintech sono vicini ai 50 milioni di euro. Ma i numeri vanno inseriti nel contesto generale, per leggerli in maniera compiuta".

Fabio Petri, presidente di Artigiancredito, che da quattro anni comprende anche l’Emilia Romagna, assieme alla Toscana che continua a fare la parte del leone, guarda al bilancio, approvato dal cda del consorzio, attraverso le lenti della situazione economica complessiva.

Il quadro generale toglie brillantezza a quei numeri?

"C’è un rallentamento evidente e sempre più marcato degli investimenti produttivi. La crescita dei tassi di interesse ha tolto liquidità alle imprese, che ricorrono ad Artigiancredito soprattutto per finanziamenti a breve termine, sacrificando programmi di medio e lungo periodo".

Sono investimenti cancellati o rinviati a tempi migliori?

"Per il momento rinviati, visto che siamo di fronte a un’emergenza dietro l’altra. Le imprese aspettano anche risorse pubbliche chde potrebbero arrivare da bandi aggiuntivi, non solo europei, in grado di erogare quella liquidità che serve per gli investimenti".

C’è un’area dell’Italia di mezzo che soffre di più?

"Abbiamo deciso nel cda dell’altro ieri di proporre alle imprese un prolungamento dell’ammortamento del prestito. Dare un po’ di respiro a chi ha finanziamenti a tasso variabile, affinché non venga punito troppo dal rialzo dei tassi. Cerchiamo, dove è possibile, di abbassare anche le rate. Le aziende dovranno resettarsi perché il barometro dell’economia volge al peggio".

L’unico correttivo sarebbe abbassare i tassi.

"Non abbiamo più le leve per agire sul costo del denaro. Bene ha fatto il governatore di Bankitalia a chiedere uno stop sui rialzi. Che non sembra abbiano avuto effetto sull’inflazione. Una ricetta vecchia in un contesto totalmente diverso al passato".

Qual è la provincia che soffre in Toscana? E come sta Siena?

"Ci sono alcuni territori che crescono ancora, soprattutto dove c’è un’industria ad alto valore aggiunto, dalla Piana fiorentina alle pelletterie dell’Amiata. La provincia di Siena tiene, anche sul turismo. Gli agriturismi registrano capacità di riempimento molto alta. Speriamo sia solo il primo dato promettente. Siena risente un po’ meno delle altre di un andamento stagnante dell’economia. Ma non c’è un’industria manifatturiera più soggetta ai cicli. E c’è il settore farmaceutico che tiene su tutto".

Cosa si aspetta dal Biotecnopolo?

"Mi aspetto investimenti importanti sulla ricerca, capaci di portare valore aggiunto alle imprese del territorio. Che meritano di essere sostenute".

Ha visto i bilanci di Mps?

"Siamo felicissimi degli utili. Dopo tanto vento contrario, finalmente un contesto migliore. Che non toglie nulla allo straordinario lavoro dell’ad e del management. Come Cna c’è l’orgoglio di avere avuto ragione nel respingere le sirene di fusioni e insistere sul risanamento. Oggi il Monte è una risorsa importante, non è più un problema".

Qual è la vertenza più preoccupante?

"Non amo fare classifiche sulle crisi aziendali, dovremmo essere capaci di affrontare ogni problema, mettendo tutte le risorse sul tavolo delle soluzioni. Dietro ogni vertenza c’è occupazione a rischio, famiglie che possono perdere il lavoro. Abbiamo un futuro incerto davanti, non sprechiamo risorse per nulla".

Si riferisce ai fondi Pnrr?

"Vorrei lanciare la proposta di utilizzare i fondi non spesi del Pnrr per la transizione ecologica delle imprese".

Cosa si aspetta dalla politica?

"Siamo più attenti ai servizi che alle poltrone. Sui management delle società, come sulla multiutility, assistiamo a una perdita di potere di Siena. Abituata per anni a fare da regista. Dalla politica mi aspetto una convergenza sull’Alta velocità. Che si trovasse l’accordo sulla stazione, demandando alle Ferrovie la scelta della sede giusta".