Stupro di gruppo, sentiti 5 testimoni. Parla la madre della studentessa

Oltre tre ore di udienza. Ascoltate due amiche e i cugini della ragazza. La difesa deposita messaggi vocali

Stupro di gruppo, sentiti 5 testimoni. Parla la madre della studentessa

Stupro di gruppo, sentiti 5 testimoni. Parla la madre della studentessa

di Laura Valdesi

SIENA

C’è anche la studentessa di 23 anni che ha denunciato lo stupro di gruppo al terzo piano di palazzo di giustizia. Con lei la madre, i cugini e due amiche. Anche il padre. Che formano una sorta di ’cuscinetto’ di affetto nei confronti della giovane. Seduto dall’altro lato della stanza, poco distante, Alessandro Cappiello, il giovane accusato di aver partecipato alla violenza per cui sono stati condannati a 6 anni con rito abbreviato il calciatore Manolo Portanova e suo zio Alessio Langella, entrambi in attesa della fissazione dell’appello. Sono le 15. Cappiello aspetta che inizi l’udienza che lo vede imputato per questa delicata vicenda. Con lui la madre, gli sta particolarmente vicino. Quando pochi minuti dopo le 15 si chiudono le porte dell’aula e sfilano i testimoni però la donna non entra, restando all’esterno. Il processo non è pubblico e sarà così fino alla sentenza per cui servirà ancora molto tempo. Devono essere ascoltati numerosi testimoni e consulenti. Il 20 dicembre prossimo – così ha stabilito il collegio presieduto da Fabio Frangini – toccherà ai fratelli proprietari (più la ragazza di uno di loro) del minuscolo appartamento vicino a Piazza dove fra il 30 e il 31 maggio sarebbe avvenuto lo stupro di gruppo nei confronti della studentessa che era andata lì perché le piaceva, così ha raccontato alla procura, Manolo Portanova. A suo dire sarebbe stata invece oggetto di una violenza a cui avrebbe partecipato anche l’attuale imputato, difeso dagli avvocati Filomena D’Amora e Antonio Voce. "Il processo si svolge a porte chiuse, posso solo dire di aver depositato messaggi vocali che riteniamo importanti", spiega il legale al termine dell’udienza che va avanti fino alle 18.30.

Mancano due testimoni quando il presidente Frangini fa l’appello dei presenti chiamandoli in aula. Si tratta delle dottoresse delle Scotte che hanno visto la studentessa quando si recò al policlinico. La prima ad essere ascoltata dai giudici è allora la madre della ragazza , invitata ad entrare dall’avvocato Jacopo Meini che assiste la parte civile, unitamente a Claudia Bini di ’Donna chiama donna’. Viene ascoltata per circa mezz’ora, sollecitata anche dalle domande del pubblico ministero Nicola Marini che ha seguito il caso sin dalle prime battute. Tocca poi ai due cugini della studentessa, quindi alle due amiche che, in attesa del loro turno, le stanno vicine. Probabilmente sono state chiamate a ripercorrere i colloqui con la giovane dopo la violenza, furono loro ad accompagnarla al pronto soccorso, per cercare di delineare quale era il suo stato d’animo, le condizioni fisiche e psicologiche in cui versava. Cosa raccontò loro. Particolari e dettagli rimasti dietro le porte chiuse. Durante l’udienza sono state depositate le copie forensi dei cellulari, la difesa anche stralci delle chat che ha ritenuto opportuno far risaltare. Anche copia delle perizie della parte civile, documenti medici.

Quando l’udienza è terminata al terzo piano c’era ancora la studentessa che ha denunciato la violenza circondata dai propri cari.