
Stadio, Biotecnopolo e strutture universitarie. Per la giunta Fabio è l’ora del coraggio
di Pino
Di Blasio
L’invito ad avere coraggio è rivolto soprattutto al sindaco Nicoletta Fabio e alla sua giunta. La decisione di liberare Piazza Provenzano e Piazza San Domenico dalle auto in sosta è stata una scelta di coraggio, oltre che di tutela della bellezza di quei luoghi. Sicuramente la delibera dell’assessore Enrico Tucci ha scontentato qualcuno: immaginiamo che quando tornerà l’assalto degli Ncc in primavera, molti protesteranno perché non potranno sostare a lungo con quei van ingombranti. Ma che sia una scelta felice è evidente, basta passare in quelle piazze libere.
Serve lo stesso coraggio per disincagliare tre questioni, anche più importanti, per il futuro della città. La prima è lo stadio Franchi, con annesso campo di allenamento. L’appello del presidente della Robur, Simone Giacomini, è stato raccolto almeno nella parte che riguardava l’ascolto. Venerdì c’è stato l’incontro in Comune, quello che è successo l’avete letto ieri. Ora è il momento, per un’amministrazione e per una città come Siena, di smetterla di sentirsi bloccata dai ricorsi e dalle minacce di Emiliano Montanari e i suoi derivati. Nei tribunali amministrativi, nelle pieghe delle burocrazie, nei dedali di segreterie e aule, si muove meglio uno che non ha scrupoli e poco da perdere. Lo stadio Franchi è del Comune di Siena. Si può pensare a decisioni imprevedibili, si può invocare la salvaguardia di un bene pubblico, la tutela di un patrimonio collettivo. Si può emanare un’ordinanza per la sicurezza, perché i lavori di consolidamento promessi da anni non sono più differibili, pena il deterioramento irreversibile dell’impianto. Qualunque cosa pur di aprire quelle porte, cominciare a lavorare e infischiarsene se l’Acr Siena chiama i carabinieri. Meglio avvertire il prefetto prima. Ma di sicuro, di fronte al rischio per la sicurezza e alla distruzione di bene pubblico, anche l’organo di governo potrebbe avallare l’ordinanza. Nella sua storia secolare Siena ha dovuto affrontare tanti nemici; nessuno di loro, però, improbabile come coloro che oggi tengono in ostaggio una squadra di calcio, i suoi tifosi e una città intera.
Secondo tema, la mensa universitaria. Che riguarda un pubblico diametralmente opposto ai tifosi del Siena calcio. La decisione della giunta di non autorizzare i lavori di ristrutturazione della mensa in via Bandini ha messo fine alle illusioni del Dsu Toscana e delle due università che, con i 4 milioni di euro stanziati, e qualche anno di lavori, ci sarebbe stata una seconda mensa a Siena. Indispensabile in una città campus con 14mila studenti fuorisede. In qualunque modo li si veda, sono una ricchezza per la città, contribuiscono al suo Pil per 200 milioni di euro ogni anno. E’ stato l’ex sindaco Bruno Valentini a vendere al Dsu Toscana l’immobile in via Bandini che ospitava la mensa. Quei 3 milioni e 400mila euro hanno tappato un buco nel bilancio del Comune, hanno salvato qualche stipendio e qualche servizio. La giunta Fabio, anche se è di un altro colore, ha accettato di guidare il Comune, non con un beneficio di inventario rispetto a ciò che hanno lasciato i predecessori. Quindi è doveroso che aiuti Regione, Dsu e Università a trovare una sede alternativa in centro, modificando in fretta anche la destinazione d’uso di via Bandini per agevolare un’eventuale vendita. E già che ci siamo, deve accelerare anche la pratica della residenza universitaria che rinascerà in via del Porrione. Se gli investitori che vogliono realizzarla chiedono di destinare quelle camere nei due mesi d’estate, a turisti quando gli studenti non ci sono, come accade in tutta Europa, la giunta dovrebbe pensare alla concessione. Chiedendo qualche compensazione, non ostinarsi a difendere le rendite di tanti proprietari di alloggi per affitti brevi.
Terzo tema, il Biotecnopolo. Domani è a Siena il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, i deputati di Fdi Donzelli e Michelotti, con tutta la giunta, ripetono che è solo questione di tempo, che si stanno limando i dettagli del nuovo statuto e poi si partirà. La realtà è un’altra, la conoscono anche loro. Coinvolge diversi ministri del Governo, per ora il duello è tra la Bernini e il ministro per la Salute Schillaci, su chi dovrebbe scegliere il direttore amministrativo. In sostanza, questo Governo non dimostra di volere avviare il Biotecnopolo e il Centro nazionale antipandemico. La giunta Fabio e i parlamentari toscani di centrodestra dovrebbero avere la forza e il coraggio di svegliare i ministri dal loro torpore e bloccare baruffe da cortile. A cominciare da domani.