REDAZIONE SIENA

"Sono in gioco due idee di Chiesa Il diritto canonico si è modernizzato"

Marco Ventura, professore dell’Università di Siena esperto di diritto canonico

"Sono in gioco due idee di Chiesa Il diritto canonico si è modernizzato"

Le suore Benedettine restano nel monastero di Pienza. A oggi la diffida prodotta dall’avvocato Alessandro Pasquazi, consulente legale della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, non ha avuto riscontri ma, come chiarito dal legale, il titolo di badessa è stato ritirato a suor Diletta Forti. Sul monastero ora si sta vivendo un momento di confronto anche sul fronte del diritto canonico. Ma cosa accadrà adesso? Per fare chiarezza abbiamo chiesto un intervento al professor Marco Ventura, professore ordinario del dipartimento di giurisprudenza dell’università di Siena ed esperto di diritto ecclesiastico e canonico.

"Il diritto canonico – spiega Ventura – si è modernizzato rispetto a quello scritto nell’Ottocento. Oggi quando c’è un confronto-scontro si fa ricorso anche al giudizio di un terzo". Che idea si è fatto di questo confronto? "Nella vicenda si confrontano due modi di concepire l’autorità nella Chiesa. Il testo firmato dall’avvocato consulente della diocesi di Montepulciano-Pienza, riflette una concezione in un certo senso gerarchica e autoritaria. L’autorità ecclesiastica ordina, il fedele obbedisce. Il diritto canonico non è il diritto civile. Il testo del 20 febbraio di Madre Diletta Forti riflette una concezione democratica e liberale. L’autorità ecclesiastica è essa stessa vincolata a norme e procedure. I fedeli sono titolari di diritti. Possono farli valere attraverso il rinnovato sistema di giustizia della Chiesa. Non meno del diritto civile il diritto canonico riconosce i diritti fondamentali. Il primo approccio ha la forza della tradizione, del potere e dell’opinione pubblica che vuole ‘la Chiesa di una volta’. Il secondo approccio ha la forza del diritto canonico riformato dopo il Concilio Vaticano II, dello stile di governo di papa Francesco e dell’opinione pubblica che vuole una Chiesa liberal-democratica".

Ma quindi chi la spunterà? "Se prevarrà il primo approccio – riflette Ventura – non è escluso che l’autorità ecclesiastica ricorra alle pene previste dal diritto canonico, ancora largamente rimesse alla discrezione del vescovo nonostante le recenti riforme. È comunque esclusa la dimissione dallo stato clericale (quella che impropriamente si chiama riduzione allo stato laicale) prevista solo per i ministri ordinati (in caso anche religiosi), ma ovviamente non per una religiosa che non può essere ordinata. In caso si tratterebbe di dimissione dall’istituto religioso in questione, che, però, è prevista per casi molto gravi tra cui questo non sembra rientrare. Se prevarrà il secondo approccio – conclude – bisognerà attendere che faccia il suo corso la giustizia ecclesiastica e magari che abbia successo una qualche forma di mediazione".

Massimo Cherubini