
"I paesi si salvano con gli occhi. Prima bisogna guardarli come un uomo giovane, guarda una donna bellissima, poi viene il resto. Accogliere i turisti, coltivare, allevare e curare gli infermi, educare i bambini al paesaggio, stare in un paese e camminare all’aperto. E vedere le cose e le persone che stanno fuori; salutare un vecchio non è gentilezza, è un progetto di sviluppo locale. Cari ragazzi, tornate qui, voi qui potete accendere la vita. Tornate, aprite queste porte chiuse, prendetevi queste terre abbandonate; i paesi non li possono salvare quelli conficcati dentro e neppure quelli che stanno lontano. Ci vuole per salvare i paesi un nuovo tipo di abitante. Qualcuno che viene e che va". Queste poche parole fotografano la situazione di tanti piccoli borghi, anche toscani, che rappresentano la bellezza e un valore aggiunto. L’esempio riguarda Iesa, frazione di Monticiano.
Con il passare del tempo e con l’avvento dell’industrializzazione si è assistito ad un progressivo e drastico abbandono dei campi e il trasferimento degli abitanti nelle città. Se da una parte questo fenomeno sembra del tutto negativo è servito a rafforzare delle zone naturali di grande pregio di conservazione naturalista e che trova dei punti di eccellenza nella Valle del Farma e nelle varie aree naturalistiche o riserve biogenetiche. Si sono naturalmente selezionati gli abitanti soprattutto in base all’attitudine del territorio e al rispetto della natura e tradizioni.
La recente crisi pandemica ha portato all’attenzione questi piccoli borghi, quasi autosufficienti, dove non si sono verificati casi di infezione e dove la vita è continuata senza chiudersi in casa ma valorizzando ancora di più la natura. Nuove attività, anche se ancora embrionali, sono già iniziate come ad esempio la produzione dei frutti di bosco intrapresa da giovani originari del Trentino e che si sono trasferiti a Iesa e hanno iniziato anche un’attività di manutenzione e cura dei giardini. Fra l’altro l’economia del Bosco già presente nella tradizione della zona si caratterizza dalla presenza di aziende ben avanzate che impiegano diversa manodopera stagionale. Hanno preso avvio nuove attività agrituristiche che, insieme a quelle esistenti, rappresentano un valore aggiunto fondamentale per l’economia del territorio. La socialità del borgo è rappresentata dal Circolo ARCI, in questo periodo viene organizzata una sagra (Valzer delle tagliatelle giunta alla XX edizione) incentrata quasi esclusivamente sulla cucina tradizionale di carne di cinghiale particolarmente diffuso nella zona.
Da alcuni anni un piccolo cinghiale (Jonny) ha cominciato a frequentare il campo vicino al Circolo: ora è diventato molto grosso e viene custodito da bambini e abitanti tanto da rappresentare una mascotte. In questo contesto non va dimenticato il Bar Bastianini con annesso piccolo supermercato che rappresenta un punto di ritrovo per il paese e frequentato da tante persone che in estate visitano la Val di Farma oppure si avventurano a piedi o in bicicletta nei boschi. Questo è quanto avviene usando la mappatura dei sentieri già esistente ma che andrebbe i aggiornata. L’ambiente è un Museo all’aria aperta creato e protetto dall’uomo e per questa zona è rappresentato da museo della biodiversità presente a Monticiano che i andrebbe promosso e aggiornato seguendo le nuove caratteristiche del territorio.
Nel territorio sono presenti diverse abitazioni vuote, alcune in parte abbandonate altre che aspettano di essere salvate da un inevitabile degrado. Sarebbe opportuno recuperarle promuovendo un recupero con un progetto generale che incentivi l’acquisto compresa una eliminazione delle tasse per i nuovi abitanti. Questa promozione potrebbe servire anche a creare nuove attività come per esempio seguire lo sport prevalente della zona ’la caccia al Cinghiale’ non solo come divertimento ma anche come opportunità di sviluppo. Iesa e il suo territorio rappresentano una grande opportunità di investimento, sempre più interessante con il completamento della ’Due Mari’.
Mauro Cresti
Claudio Milanesi