DIEGO MANCUSO
Cronaca

Montepulciano ricorda Lorenzo. Staffetta con otto squadre. Le contrade tutte iscritte

Con le sue otto vittorie consecutive, dal 2002 al 2009, lo spingitore ‘costrinse’ il Bravìo a cambiare il regolamento della corsa delle botti .

A sinistra Lorenzo Martire, detto ’Torello’ durante una delle sue. vittorie spettacolari

A sinistra Lorenzo Martire, detto ’Torello’ durante una delle sue. vittorie spettacolari

Con le sue otto vittorie consecutive, dal 2002 al 2009, cinque per Le Coste, tre per Talosa, ‘costrinse’ il Bravìo delle Botti di Montepulciano a cambiare il regolamento della corsa, per scongiurare egemonie del genere. Poi, il 6 agosto 2017, a 46 anni, Lorenzo Martire, ‘Torello’ fu trovato senza vita nella sua auto, nell’area della piana fiorentina, a lui familiare, visto che era originario di Calenzano. Fu un autentico shock per il Bravìo, che, in quelle ore, era già nel pieno dei preparativi per la corsa con le botti. Sabato, alle 17, sulla nuova pista di atletica dello Stadio Bonelli, Montepulciano ricorderà Torello, considerato uno dei più forti spingitori delle botti di tutti i tempi, dando vita alla sesta edizione del memorial che porta il suo nome. Perché il Bravìo, tutte le contrade (in particolare le due che portò al trionfo), ma soprattutto gli altri specialisti della spinta, che in quell’atleta vedevano non solo un modello agonistico ma anche umano, sono rimasti molto legati al suo ricordo. Per onorare la memoria di Lorenzo, i partecipanti alla manifestazione daranno vita ad una staffetta a squadre in cui ciascuno dovrà percorrere 1.000 metri; le formazioni rappresenteranno le otto contrade di Montepulciano ("sono tutte iscritte" fa sapere Francesco Caporali, ex-spingitore vittorioso, che organizza la manifestazione con Stefano Grigiotti), ogni team dovrà schierare almeno tre staffettisti e si procederà ad eliminazione fino alla finale che determinerà la contrada vincitrice. La formula è ‘non competitiva’: visto lo scopo benefico dell’iniziativa, maggiore sarà il numero degli iscritti più il nobile obiettivo si arricchirà. In programma anche un’esibizione del gruppo sbandieratori e tamburini. Sullo sfondo, non senza rimpianto né dolore, si staglia la figura di Lorenzo che, come succede per tanti atleti, arrivò al Bravìo un po’ per caso, ci mise un anno a capire come ‘funzionava’ e poi ne diventò padrone, insieme ad un altro straordinario atleta come Giovanni Zorn, detto ‘Cacio’, anch’egli fiorentino, che solo per un gravissimo infortunio (poi fortunatamente recuperato) non firmò lo stesso, impressionante filotto. Restano nella memoria di tutti certe immagini fotografiche della corsa in cui la botte è sospesa sul selciato: sicuramente l’effetto di un’imperfezione della pietra ma sufficiente per dire che Torello e Cacio la botte la facevano volare.

Diego Mancuso