MICHELA BERTI
Cronaca

Siena, tra passato e futuro: "Isolata e autoreferenziale per colpa della sinistra"

Tommaso Marocchesi Marzi membro della Deputazione Fondazione MPS "C’era una banca che dava soldi a pioggia. Ora gli scenari sono cambiati".

Tommaso Marocchesi Marzi membro della Deputazione Fondazione MPS "C’era una banca che dava soldi a pioggia. Ora gli scenari sono cambiati".

Tommaso Marocchesi Marzi membro della Deputazione Fondazione MPS "C’era una banca che dava soldi a pioggia. Ora gli scenari sono cambiati".

Tommaso Marocchesi Marzi, una vita tra vino e politica. Sono passati quattro anni da quando, nel 2021, si candidò alla Camera contro Enrico Letta. "In quell’occasione – ricorda – ho rappresentato tutto il centrodestra contro lo stimatissimo prof universitario, segretario di partito, ex presidente del Consiglio dei Ministri. Persona specchiata ma un ’ufo’ a Siena. Infatti, poi non si è più visto… Al tempo lo dissi, fategli la foto perché poi non lo vedrete più. E’ la conferma del metodo politico di una sinistra che dà soluzioni a intonaco, una bella lisciata per tappare i problemi. Della serie mi voti perché hai il sistema per votarmi e ti dimostro come è gestito il consenso". Riparte da qui Tommaso Marocchesi Marzi, pochi minuti dopo l’incontro dei quattro membri indicati dal sindaco Nicoletta Fabio per la Deputazione, organismo centrale nel lavoro della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Il suo nome è stato fatto dal Comune, una sorta di ’riconoscimento’ per l’impegno che l’imprenditore del vino ha messo anche nella sfida contro il prof Letta in un collegio - al tempo - blindato come quello senese.

L’azienda di famiglia proprietaria della Tenuta di Bibbiano, nel comune di Castellina in Chianti, rilevata alla metà dell’Ottocento dai trisavoli che la acquisirono dai Corsini, oggi è arrivata ai due fratelli. Ma è nella metà degli anni ’60 che il padre l’ingegner Alfredo, con l’aiuto dell’enologo toscano Giulio Gambelli, rese viva l’azienda. "La mia famiglia ha sempre avuto ampiezza di vedute, e non potrebbe essere diversamente. Guardi qui..." e indica l’orizzonte: dall’Amata al Monte Cimone, il Golfo di Follonica, i soffioni di Castelnuovo Val di Cecina. Con questa visuale per forza si cresce avendo ampiezza di vedute".

Lei lavora molto all’estero, ma torna sempre a Bibbiano. Forte legame con la sua terra?

"Vent’anni fa capita che ho un impegno per pranzo a Londra. Parto da casa presto al mattino prendo un volo da Firenze per Londra, faccio riunione e alla sera rientro a casa, alle 22 ero nel mio letto. Questo è il mio luogo. Noi imprenditori del vino, siamo tutti un po’ luogo-persona. Ed è questa, secondo me, la chiave di lettura dell’impegno per il territorio. E’ con questo spirito, infatti, che mi sono candidato alla Camera e oggi affronto la sfida nella Deputazione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena".

Scusi, lei vive in questo luogo magnifico. Ma chi glielo fa fare di impegnarsi in politica?

"Non riesco a spiegare cosa sia per me la politica. Quello che io vedo sono i problemi ai quali la politica deve trovare soluzioni ampie che diano a tutti la medesima opportunità, perché se la politica deve essere la risposta a pochi per avere consenso, allora non è la strada. Una politica come servizio, ecco".

Lei vive a Bibbiano ma il suo cuore batte per la contrada dell’Istrice. Siena e provincia, due realtà diverse. Quali sfide per i prossimi anni?

"I territori che emergono rispetto ad altri sono quelli riconducibili al concetto di ’isole di coerenza’ dove si riesce a fare un passaggio logico in termini di territorio, economia sociale, risultato economico e sociale, una connessione stretta, tradotto: filiera corta. Nel Chianti Classico c’è un sistema che funziona: consorzio, distretto rurale, Comuni, la filiera insomma c’è. Stessa cosa dovrebbe avere Siena, purtroppo con una banca che spalmava a pioggia risorse, nessuno però pensava a come venivano spesi questi soldi. Ora Siena deve rimettere in moto dei meccanismi per creare questa connessione".

Insomma, Siena e provincia a due velocità?

"Siena deve alzare l’asticella su tutto, darsi orizzonti che abbiano portata e capacità tale da spalmare ricchezza su tutto il territorio. Qualità, infrastrutture di qualità, cultura di qualità".

Infrastrutture. La lingua batte dove il dente duole…

"Le infrastrutture sono un disastro. Siena-Firenze, manca connessione con alta velocità. Aeroporto di Ampugnano meriterebbe di essere visto come opportunità. Non deve essere aeroporto dei nababbi e chi ha fatto a livello politico passaggi importanti per il rilancio di questa infrastruttura ha fatto benissimo. E’ il momento di superare l’isolazionismo senese autoreferenziale, targato Pd, della serie ’non disturbateci’".

Su Ampugnano qual è la sua idea?

"Avanti sul progetto che ha Enac, ovvero la creazione di una rete tra gli aeroporti minori. Poi serve una connessione pubblica con i più grandi. Eticamente, l’infrastruttura potrebbe portare servizi sanitari come trasporto organi e 118. La posizione mediana tra Adriatico e Tirreno potrebbe poi ospitare canadair antincendio. Poi le idee dei campi sportivi e dei pannelli solari non sono incompatibili. Si potrebbe fare anche un campo da polo, vista la passione che c’è in questo territorio per il cavallo".

Se ne parla da anni, ma questo aeroporto non decolla...

"Esatto, perché c’è chi, come il vicepresidente regionale e un sindaco hanno fatto un po’ di confusione. Non importa la proprietà, importa il gestore, meglio sarebbe se indipendente. Sarebbe bene che il Comune di Siena avesse voce in capitolo con Sigerico, magari. Ci sarebbe anche la persona adatta, Giorgio Maggiorelli che conosce l’aeroporto benissimo. L’errore di fondo è non capire che il bacino di utenza di un aeroporto lo genera il vettore".

Infrastrutture sono anche i collegamenti ferroviari, cosa ne pensa?

"Ci metto più tempo da Poggibonsi ad arrivare a Santa Maria Novella, che da Firenze a raggiungere Milano con l’alta velocità. Ho detto tutto".

Anche questo tema storico...

"La politica che ha amministrato in precedenza questo territorio, e mi riferisco alla sinistra, non ha avuto nessun interesse ad affrontare il problema. Bastava la banca che dava soldi a tutti. Se avessimo affrontato certi temi, a suo tempo, oggi la situazione sarebbe ben diversa soprattutto per quanto riguarda i collegamenti di Siena con il resto della Toscana".