Usavano le società come bancomat, fissato l’interrogatorio per cinque

Sarà il 12 davanti al gip Caravelli: riguarda soltanto coloro per cui è scattata la misura interdittiva

I cinque indagati colpiti da misura interdittiva saranno il 12 davanti al gup
I cinque indagati colpiti da misura interdittiva saranno il 12 davanti al gup

Siena, 7 ottobre 2023 – L’inchiesta sulle società che sarebbero state considerate bancomat – i soldi usati per l’acquisto di beni di lusso e personali senza pagare le tasse, per esempio – entra nel vivo il 12 ottobre. E’ stato fissato infatti l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Sonia Caravelli. Naturalmente riguarda solo i cinque indagati per i quali il giudice Ilaria Cornetti ha accolto la richiesta del pm Siro De Flammineis dell’applicazione di una misura interdittiva. Non possono esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche, dunque guidare un’impresa, per un anno. Valuteranno con i loro legali – Alessandro Buonasera, Maurizio Forzoni e Francesco Gallai di Arezzo – se rispondere alle domande del giudice oppure tacere.

L’inchiesta della guardia di finanza, su cui c’è massimo riserbo, ha preso avvio diverso tempo fa. Si intuisce anche dalla mole di elementi che sarebbero stati raccolti, comprese le verifiche su un finanziamento di 25mila euro concesso con garanzia pubblica, "erogato in base alla normativa emergenziale e la cui destinazione era vincolata al fabbisogno aziendale", hanno spiegato le fiamme gialle in una nota stringata sulla vicenda. Da sempre un obiettivo degli uomini di viale Curtatone quello di garantire che i fondi vengano usati correttamente e destinati dunque agli imprenditori virtuosi, oltre a tutelare eventuali creditori. Il sospetto degli investigatori, invece, è che i 9 indagati (di cui 5 appunto con misura interdittiva), a vario titolo, abbiano in realtà spolpato nel corso degli anni sei società distraendo il denaro per pagare le imposte per comprare beni di lusso e immobili ed effettuando anche centinaia di prelievi di contanti. Sarebbero stati emessi – ma siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e c’è la presunzione di innocenza fino alla condanna irrevocabile – emettendo anche assegni che nulla avrebbero avuto a che fare con l’attività svolta. I reati per i quali si procede sono associazione a delinquere, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazione di denaro pubblico nonché bancarotta fraudolenta.