Un corpo indebolito dalla malattia, una di quelle che non ti lascia scampo, la sclerosi multipla. Ma anche un cuore grande. Tony Golfarelli ha sempre guardato in faccia la propria condanna con un sorriso, chiedendole di scansarsi, perché lui aveva cose da fare. Amici da aiutare, poesie da scrivere, saltare giù da un aereo con il paracadute, migliorare il proprio paese guardandolo con occhi diversi.
Giovedì si è spento Tony Golfarelli, malato da tempo. Viveva a Quercegrossa nel comune di Castelnuovo con la sua Simona dal 2019, da quando si erano sposati. Aveva 57 anni, a Forlimpopoli (e non solo) lo conoscevano tutti: prima come ragazzo scanzonato; poi con la carrozzina, una volta conclamata la malattia; infine per i suoi molteplici impegni che la sclerosi multipla non poteva fermare. La chiamava con ironia Signora Maestra: le iniziali, ‘s’ e ‘m’, erano le stesse. Aveva provato parapendio, sci nautico, tennis, era stato istruttore di nuoto... Poi il paracadute, con un minuto, lassù, di caduta libera. Diceva: "Le gambe in quel momento non contano".
Spiegò così la sua filosofia: "Io nella mia vita posso arrivare a 7, ma a 7 ci arrivo per davvero. Tu invece puoi arrivare anche a 10, ma arrivi solo a 7 e poi passi il tempo a lamentarti perché ti mancano gli altri tre". Nel 2012 era entrato in consiglio comunale, in sostituzione di un collega dimissionario. Incarico che i cittadini gli avevano confermato anche nel 2014, a fianco dei sindaci Zoffoli e Grandini. Ieri il Comune, "profondamente colpito", ha voluto ricordare il "coraggio", la "voglia instancabile voglia di vivere", il "profondo impegno sociale". Era "un eesempio a cui ispirarsi per non lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli, anche quelli apparentemente invalicabili. Non lo dimenticheremo mai".
Nel 2011 ebbe un’idea: personalizzare con frasi e disegni alcuni bigliettini, che lasciava sotto i tergicristalli delle auto parcheggiate sui posti per i disabili pur senza esporre il contrassegno. "Se sei così fortunato da non averne bisogno, non prendere il loro posto", recitava uno. Oppure "la prossima volta chiamo il vigile, abusivo che non sei altro". Un mix tra orgoglio e ironia. Negli anni è stato molto attivo come volontario, fino a essere presidente provinciale dell’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). La malattia lo ha portato a conoscere la senese Simona Monaldi, con cui si è sposato nel 2019. "Una storia d’amore fatta di tante risate. Ridiamo come dei matti, anche nelle situazioni più difficili", così descriveva la loro storia Tony. "A guardarci, lui in carrozzina e io ‘normale’, verrebbe da pensare che io sono la parte forte, ma non è così", disse lei al matrimonio. Conoscendo Tony, verrebbe da pensare che il suo volo prosegua, infinito, anche senza paracadute.
Matteo Bondi