San Gimignano più ‘povera’. Dopo cento anni chiude l’edicola in piazza Cisterna

Restano comunque attive la Tuscia della famiglia Mari, Dino e Filippo fuori . Porta San Matteo e il punto vendita di Stefano e signora alla Coop in Baccanella.

San Gimignano più ‘povera’. Dopo cento anni chiude l’edicola in piazza Cisterna

San Gimignano più ‘povera’. Dopo cento anni chiude l’edicola in piazza Cisterna

Dopo cento anni chiude il ‘giornalaio’ in piazza Cisterna. Anche la vetrina dell’informazione di giornata, dopo un secolo di vita. ha spento la luce portandosi dietro il racconto di storia e cultura nelle piazze di San Gimignano. Patrimonio dell’umanità. Fra gli storici palazzi ai piedi delle dieci torri che circondano il cuore della città cala il silenzio dalla triste voce del giornale e la locandina della ‘civetta’ a caratteri cubitali fuori della porta. L’ultima edicolante la signora Merzia dopo 13 anni con l’aiuto dei figli Noemi e Massimiliano ha dovuto e con sofferenza cedere il passo. "Purtroppo il quotidiano non è più di moda, non viene letto come una volta e soprattutto mancano i lettori". Ricorda sconsolata Merzia. E ancora; "Sono rimasti davvero pochi gli affezionati clienti che prendono la copia una abitudine di quel rito di leggere e sfogliare le pagine con il profumo fresco di stampa. Si leggono invece – sottolinea– le notizie su altre pagine quelle dei social dal cellulare dove oramai si legge di tutto e su tutto. Aggiunge inoltre; "mi piange il cuore quando a fine serata devo fare il pacco delle rese. Tante. Troppe. Se poi si aggiunge il lavoro dei conteggi è ancora peggio". Tanto per riavvolgere il nastro della storia dei giornalai a San Gimignano dalle quattro edicole dell’altro ieri sono rimaste, meno male, in due; l’edicola Tuscia della famiglia Mari, Dino e Filippo fuori Porta San Matteo e l’edicola di Stefano e signora alla Coop in Baccanella. Fine. Sembrano passati anni luce quando nelle storiche piazze si contavano due o tre edicole di giornalai. Ma c’è dell’altro con la curiosa e simpatica ‘edicola fai da te’ di fine anni Cinquanta e oltre con il singolare banchino piazzato all’angolo del Monte dei Paschi dal popolare "strillone" Giacco. Sopra il tavolo il solo pacco de ‘La Nazione’ e la scatola di cartone delle scarpe al posto della cassiera. Lui quel simpatico Giacco spariva per tornare all’ora di pranzo a chiudere "l’edicola"; scassettare l’incasso e con il tavolo vuoto di copie. I conti tornavano al centesimo. Tutti i giorni. Di quei lontani tempi purtroppo si è perso memoria e soprattutto lettori.

Romano Francardelli