
Rcr sarà protagonista nella vetrina internazionale Host. Dal 13 al 17 ottobre le produzioni colligiane saranno esposte alla fiera più importante del settore. L’ad Roberto Pierucci si prepara per l’evento.
Pierucci, qual è il significato di questa fiera per Rcr?
"Rcr si propone come leader nel mercato della ristorazione che oggi è arrivato a rappresentare quasi il 50% del business, mentre l’altra metà è distribuita nel retail. Arriveremo alla kermesse di Milano per incontrare più di mille operatori che a livello mondiale gestiscono il mercato del mangiare e dormire fuori casa. Lo faremo con lo stile Rcr che negli ultimi anni ha creato sempre curiosità e innovazione, come divertimento".
Quali saranno novità?
"Siamo molto emozionati nel presentare le ultime novità Rcr mixology come le quattro nuove proposte della linea Timeless e il primo bicchiere in vetro per cocktail e bevande tropicali: il Tiki. Il bicchiere iconico di cultura polinesiana. Lo stand sarà molto esotico".
Qual è la situazione a livello italiano e mondiale?
"Il nostro mercato di riferimento soffre da diversi anni di una domanda statica e in leggera decrescita. Ha conosciuto un momento di ripresa dopo il lockdown, ma ora sembra ritornare verso i livelli pre-pandemici. L’unico atteggiamento da evitare è quello di stare fermi e aspettare. In periodi di crisi non si può aspettare la nave al porto, ma occorre nuotarle incontro".
I prossimi obiettivi?
"Stiamo lavorando per continuare la nostra crescita a livello internazionale e consolidare la leadership, ma l’obiettivo non è diventare i più grandi nel mondo, ma i migliori nel mondo".
Rafforzandosi, quindi, sul mercato internazionale?
"Rcr ora sta pensando al mercato internazionale, vendendo in più di 110 Paesi, attraverso le ricerche condotte sul prodotto e sul mercato. Vari reparti hanno permesso un processo di innovazione per migliorare la leadership nazionale e internazionale con una crescita delle quote di mercato e del giro di affari: +30% negli ultimi 5 anni".
Qual è il suo sguardo per il futuro dell’impresa italiana?
"Fare impresa in Italia è difficile per la burocrazia farraginosa e inefficiente, nonché per una sotto-cultura nazionale che non ha mai considerato l’imprenditore come un creatore di ricchezza e di opportunità. Se riuscissimo a cambiare la situazione, snellendo le pratiche burocratiche e supportando il lavoro delle imprese, potremmo presentarci al mondo come una vera potenza industriale".
Lodovico Andreucci