
La sala giochi di Poggibonsi era stata presa di mira dai due rapinatori il primo maggio 2024. Il bottino magro: solo 50 euro (foto archivio sala slot)
Siena, 8 maggio 2025 – “Da brividi. Era la prima settimana che lavoravo nel locale e la prima notte che chiudevo da sola l’attività. Ho avuto davvero paura”, confessò a La Nazione la giovane di 21 anni addetta alla sala. Rapinata in Valdelsa nel cuore della notte, il primo maggio 2024, quando stava chiudendo. Minacciata con un coltello mentre dalla cassa venivano portati via 50 euro. Due i malviventi a cui i carabinieri, poi avvertiti dalla ragazza che risiede nella Valdelsa fiorentina, avevano dato la caccia grazie alla sua testimonianza e alle immagini di videosorveglianza di cui ogni sala giochi è dotata. Qualche giorno dopo i due presunti autori era stati individuati e segnalati alla procura dai carabinieri della compagnia di Poggibonsi. Un 24enne del Camerun, irreperibile, che aveva in sostanza fatto da palo, ed un 35enne albanese che, con il volto travisato, mise concretamente a segno la rapina minacciando anche la giovane commessa della sala giochi impugnando un coltello. Ieri alle 14,30, nonostante l’astensione dalle udienze degli avvocati, visto che l’uomo è tuttora ai domiciliari, c’è stata la discussione davanti al gup Chiara Minerva. Il difensore Manfredi Biotti aveva chiesto che venisse giudicato con rito abbreviato. Per la rapina aggravata e il danneggiamento è stato condannato a 3 anni e mezzo con la pena sostituita nella detenzione domiciliare e la possibilità di andare a lavoro.
“Dovevo chiudere alle 4. L’ultimo cliente ha fatto 10 minuti di ritardo, poi ho iniziato a pulire e a rimettere in ordine, spegnendo tutto. Verso le 4,20 è arrivato un ragazzo dai tratti nordafricani. Sembrava agitato. Non gli ho aperto, parlando con lui solo attraverso la porta. Avevo paura. Cosa diceva? ’Ti prego fammi entrare, fammi entrare’ – aveva raccontato a La Nazione la giovane –; faceva cenno che sarebbe rimasto due minuti, poi sarebbe andato via. Gli ho risposto che ormai avevo chiuso tutto. Sono andata a risistemare le ultime cose, poi ho sentito scuotere la porta. Abbiamo un dispositivo collegato con la caserma per maggiore sicurezza, l’ho attivato. Ma forse non correttamente, dovevo spingere fino in fondo. Il panico. E’ entrato un ragazzo incappucciato, evidentemente erano insieme. La porta di vetro è stata sfondata. Ha puntato il coltello nella mia direzione. Sono rimasta paralizzata in un angolino dietro la cassa. Era a un metro di distanza. Ha rubato la cassa del bar dove, alla fine, c’erano solo 50 euro”.