REDAZIONE SIENA

"Quel canile ci rende la vita impossibile"

La rappresentante legale accusata di disturbo alla quiete pubblica. Decisa l’oblazione: pagherà 154 euro e il reato sarà estinto

di Laura Valdesi

SIENA

Gli animali non c’entrano. Non c’incastra in questa storia, partita da un esposto e arrivata ieri davanti al giudice, l’affetto per il più grande amico dell’uomo. Il cane, naturalmente. Il fatto è che in quella struttura che accoglieva i randagi trovati nel Comune di Siena ma anche in altri centri della zona, regolarmente convenzionata con le relative amministrazioni, gli animali abbaiavano. Facevano confusione, cosa peraltro comprensibile. E naturale. Solo che questo avveniva a poca distanza dalle abitazioni.

Così è iniziata la litania delle lamentele, le notti insonni dei residenti. Che si sono rivolti alla procura per ottenere che il supplizio, tale lo consideravano, una buona volta terminasse. Un fascicolo voluminoso quello nato dalle segnalazioni dei cittadini disperati, circa 1000 pagine. Fra le sette persone che ieri erano pronte a costituirsi parte civile attraverso l’avvocato Manfredi Biotti, anche una signora che è stata costretta a lasciare l’abitazione, trasferendosi in città. Non riusciva più a chiudere occhio.

Ma il processo davanti al giudice Simone Spina, che vedeva imputata la rappresentante legale della società accusata di disturbo della quiete pubblica, non si svolgerà. Niente sfilata di testimoni perché l’avvocato Emiliano Ciufegni che difendeva la donna si è presentato ieri in aula depositando duecento pagine che contenevano anche tre valutazioni di impatto acustico e che documentavano che era stato fatto il possibile per attenuare il disagio. L a donna, ha spiegato al giudice l’avvocato Ciufegni, ha installato persino dei dissuasori idrici, senza dimenticare che le misurazioni svolte dall’Arpat non avevano evidenziato a suo dire criticità. Soprattutto, è stato presentato un piano di miglioramento agricolo ambientale nel 2020 che da quasi due anni sta aspettando il via libera del Comune. Il canile sarà spostato, quando arriverà il via libera, a circa un chilometro di distanza dalle case. Oggi può ospitare complessivamente poco meno di 60 esemplari.

Il difensore della rappresentante legale della struttura ha ottenuto dal giudice di poter oblare. Vuol dire che la prossima udienza depositerà l’avvenuto pagamento di 154 euro e il reato così verrà dichiarato estinto. "Annuncio già che sarà fatta un’azione civile per conto dei miei assistiti al fine di ottenere il risarcimento del danno. Solleciteremo poi il Comune affinché acceleri l’autorizzazione in modo che il canile di Collepinzuto verrà spostato lontano dalle abitazioni", annuncia l’avvocato Biotti che assiste sette delle 12 parti offese.