CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

Beko, la rabbia dopo l’infortunio: "Subito incontro con le istituzioni"

I sindacati: "Da Comune e Provincia silenzio dopo due mesi dalla firma dell’accordo al ministero"

I sindacati: "Da Comune e Provincia silenzio dopo due mesi dalla firma dell’accordo al ministero"

I sindacati: "Da Comune e Provincia silenzio dopo due mesi dalla firma dell’accordo al ministero"

L’incidente sul lavoro avvenuto mercoledì nel sito di viale Toselli ha riacceso la rabbia dei 299 operai che, a due mesi dalla firma dell’accordo quadro al ministero delle Imprese e del made in Italy, sono in attesa di notizie sul loro futuro. Quello che viene definito "un silenzio assordante da parte delle istituzioni", è stato rotto dall’infortunio di una lavoratrice, che ha riportato serie ferite a un piede nel primo giorno di rientro in produzione dopo la cassa integrazione. Ieri quindi i 299 operai hanno incrociato le braccia per otto ore in segno di protesta, non solo per quanto capitato alla collega (sono in corso accertamenti sulla dinamica dell’incidente nella linea Big), ma anche perché, dopo l’intesa firmata a Roma il 14 aprile, nulla si è mosso.

Massimo Martini, segretario Uilm di Siena, lo dice a chiare lettere: "L’infortunio è cosa nota a tutti, anche i nostri riferimenti politico-istituzionali ne sono a conoscenza, infatti sono arrivati messaggi di solidarietà per la lavoratrice ferita dal presidente della Regione Eugenio Giani, dall’europarlamentare Pd Dario Nardella, dal sindaco Nicoletta Fabio, dai parlamentari Dem Laura Boldrini e Silvio Franceschelli e da tanti primi cittadini. Siamo in attesa che ci venga comunicata la data dell’incontro che abbiamo chiesto al sindaco di Siena e quella della riunione del Tavolo di coordinamento istituito dalla Provincia".

Ma gli occhi sono puntati soprattutto verso Roma: "Abbiamo chiesto un incontro anche con il ministero del Lavoro, chiamato a indicare lo strumento per una cassa integrazione biennale a zero ore, ma non per cessazione dell’attività produttiva – continua Martini –. Inoltre vogliamo parlare delle procedure per le uscite volontarie (una trentina le adesioni nel sito di viale Toselli), in quanto ci sono forti ritardi". Poi l’attacco: "Perché, dopo la firma dell’accordo, le istituzioni locali non ci hanno convocato? Era loro dovere farlo per informarci sull’iter in corso".

Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil di Siena, è un fiume in piena: "Ogni infortunio è legato alla mancanza di politiche di sicurezza nei luoghi di lavoro, perché le aziende ci vedono dei costi, non degli investimenti. In Beko l’aggravante è che i lavoratori sono provati psicologicamente, infatti nei mesi scorsi sono stati sfiorati altri tre casi di infortunio". E ancora: "Lavorare solo sette giorni al mese, sapendo che in futuro le giornate saranno ancora meno, è pesante – continua la segretaria Fiom –. Trovare la motivazione e il senso di responsabilità per svolgere un’attività lavorativa, che sta per chiudere, crea fragilità dal punto di vista psicologico nelle persone". E sull’infortunio: "La dinamica è in corso di accertamento – le parole di Miniero –. Ma mi chiedo chi controlla e fa manutenzione a macchinari fermi da 20 giorni? L’azienda nella nota ufficiale ha detto di voler garantire la sicurezza sul lavoro anche in futuro, ma ricordo che il 31 dicembre si spenge tutto".

Le critiche non risparmiano le istituzioni locali: "Il 26 maggio abbiamo chiesto un incontro al Comune, chiamato con Invitalia all’acquisizione del sito di viale Toselli, per capire a che punto sia il percorso – evidenzia Miniero –. Inoltre abbiamo chiesto alla Provincia la convocazione del Tavolo di coordinamento per promuovere la reindustrializzazione dello stabilimento. Ci aspettiamo delle risposte. I tavoli non devono essere formali, ma operativi". E infine: "Il presidio dei lavoratori davanti ai cancelli della fabbrica va avanti, perché rappresenta il presidio dell’accordo – la conclusione –. E’ il momento di fare quadrato tutti insieme (sindacati, politica, istituzioni e lavoratori). Noi non molliamo".