di Paola Tomassoni
Con l’obiettivo di contrastare le criticità dei pronto soccorso, una settimana fa la Regione ha approvato la delibera che contiene indirizzi e buone pratiche da mettere in campo. Cosa c’è già al policlinico Le Scotte e cosa invece deve essere recepito? Il punto della situazione con il direttore del Pronto soccorso Giovanni Bova. "Partecipiamo a gruppi di lavoro regionali sull’emergenza dal 2018. Alcuni provvedimenti della nuova delibera c’erano già nel 2017, ma il Covid ha rimodulato i modelli organizzativi. Alle Scotte abbiamo riattivato alcuni fast-track, abbiamo attivato nel 2022 il see and treat con personale specializzato, monitorizziamo quotidianamente i flussi, le attese dei mezzi di trasporto in arrivo ed uscita. Come DEA di II livello adottiamo protocolli condivisi con l’area vasta sud est per patologie tempo dipendenti come stroke, IMA e trauma maggiore. Nel 2022 abbiamo potenziato i rapporti con l’Asl Sud Est per migliorare l’appropriatezza dei trasferimenti".
Come funzionano i percorsi veloci?
"Con i fast-track il paziente viene indirizzato direttamente dal triage allo specialista di riferimento, che provvede da solo alla presa in carico e alla dimissione. Da noi sono attivi per Otorinolaringoiatria, Dermatologia e i servizi di Pronto Soccorso oculistico e pediatrico, che gestiscono direttamente i pazienti. Prossimamente saranno attivati per ginecologia e ortopedia".
La delibera parla della figura del flussista e di rotazione dei medici per gestire i codici minori da 3 a 5.
"Abbiamo da oltre un anno un infermiere gestore dei processi assistenziali, il flussista, che collabora con il territorio per gestire ricoveri, trasporti e dimissioni. Il medico dell’emergenza urgenza è uno specialista formato almeno da 5 anni e i medici specializzandi acquisiscono competenze e possono contribuire all’assistenza. Il nostro Pronto Soccorso inoltre ha recentemente visto l’arrivo di 3 nuovi medici. Questi elementi ci spingono, solo in casi estremi, a ricorrere a medici non appartenenti all’Emergenza Urgenza. La risposta alle non urgenze deve invece essere garantita fuori dal Pronto Soccorso".
Cosa è stato fatto per recuperare posti letto?
"Abbiamo attivato l’astanteria, 12 letti supplementari di area medica in caso di sovraffollamento, abbiamo ampliato la capacità recettiva dell’Osservazione Breve Intensiva da 27 a 37 letti ed è in programma la riattivazione della discharge room per le dimissioni dei pazienti".
E la continuità assistenziale?
"Questo aspetto non compete a noi. La delibera regionale prevede l’attivazione di postazioni di continuità assistenziale, come le Case della salute, per abbassare la pressione sui Pronto Soccorso e garantire risposte per problematiche non urgenti con infermieri e medici che operano sul territorio. Il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri è indispensabile: meno del 3% dei pazienti che giungono in Pronto Soccorso lo fanno con una loro richiesta. Senza il loro filtro non arriveremo ai risultati sperati".
Sono già operativi i nuovi spazi e il percorso pediatrico dedicato?
"Il Pronto Soccorso è stato interessato per 9 mesi da lavori di ristrutturazione. Oggi abbiamo una sala di attesa più ampia con desk accoglienza e un front office amministrativo, un nuovo ambulatorio codici minori ed un ambulatorio per il see and treat; un’area con attività polifunzionale ristrutturata, l’area variabile, anche per pazienti infettivi ed abbiamo completato la distinzione degli spazi per alta e media intensità. L’area pediatrica ha una propria sala di attesa, un ambulatorio e 5 box di pronto soccorso dove operano H24 medici ed infermieri pediatrici".