PINO DI BLASIO
Cronaca

"Pronto a dimettermi da segretario del Pd Le colpe degli ex leader Una sconfitta amara"

Roncucci rimetterà il suo mandato all’assemblea cittadina dem "Ho cercato il campo largo, ho ricevuto solo no. Qualcuna non era entusiasta. Il peso di Ceccuzzi? So bene chi ha messo veti su alleanze".

"Pronto a dimettermi da segretario del Pd Le colpe degli ex leader Una sconfitta amara"

di Pino Di Blasio

"Mi presenterò dimissionario alla prossima assemblea cittadina del Pd. Non l’ho ancora convocata ma lo farò dopo il 2 giugno". Il ballottaggio perduto con Anna Ferretti sarà l’ultima battaglia politica per il Pd combattuta da Massimo Roncucci, nome d’arte Cipollino per la sua somiglianza con Massimo Boldi. Diventato, quasi suo malgrado, segretario cittadino dei Dem, dopo la sconfitta di Bruno Valentini alle elezioni 2018, al suo attivo ha il ruolo di aiuto regista nell’elezione di Enrico Letta nel collegio di Siena alla Camera, con la strategia del campo largo. Oltre alla compartecipazione alla vittoria alle Regionali, con due consigliere elette a Siena più l’assessore alla sanità. La prima sconfitta nelle politiche dell’anno scorso, edulcorata dall’elezione di Silvio Franceschelli al Senato. Ora la debacle a Siena, la seconda consecutiva.

"Non ho mai rinnegato la strategia del campo largo - si difende Roncucci - ho insistito con il Movimento 5Stelle perché venissero con noi al tavolo. Ho chiesto a Italia viva e ad Azione di venire con noi. Al ballottaggio ci ha messo in difficoltà l’appoggio di Scaramelli a Castagnini, senza segnali di discontinuità rispetto alla giunta De Mossi. Certo, qualcuna poteva dimostrarsi un po’ più entusiasta della eventuale partecipazione di Italia viva".

Da dove vengono i 3.700 voti in più per Anna Ferretti?

"Vengono in parte dall’area civica di Pacciani, anche se meno della metà di quelli per Nicoletta Fabio. Parte è in schede nulle".

Perché continuate a sparare cifre assurde sulle schede nulle? Sono 646, bianche comprese. Nel 2018 furono 617.

"Sono d’accordo, ma è stato Piccini a dire che ci sono parecchie schede nulle. Forse per giustificare che ha votato a destra".

Non è un crimine votare per Nicoletta Fabio. Voi avete alzato muri contro il Polo civico.

"E’ una questione di trasparenza, basta dichiararlo".

Una buona parte dei voti viene da Montomoli?

"Oltre mille di sicuro, forse non sono venuti tutti i voti. Abbiamo cercato il dialogo, anche con le liste del Polo civico di Pacciani".

Non è questo il campo largo; il Pd si è rinchiuso nel suo fortino respingendo le avances di possibili interlocutori.

"La lista di Anna Ferretti doveva essere la terza gamba dei riformisti, attirare persone fuori dal recinto della sinistra. Operazione riuscita in piccola parte. C’erano i no di Azione, Italia viva, 5Stelle e anche +Europa. Marzucchi ha deciso di andare da sè. Non ho voluto rimpicciolire il campo largo, non siamo riusciti a farlo. a Brescia e Verona c’era il simbolo Pd con i sindaci eletti".

Quei sindaci non sono del Pd. E il simbolo era annacquato dai candidati civici. Come Possamai a Vicenza, che non ha voluto leader nazionali. Siena è più a destra o a sinistra?

"La destra non ha la maggioranza, l’area riformista, progressista

e civica è frammentata. E finisce per favorire gli altri. Dobbiamo scrollarci di dosso il passato e presentarci come una forza rinnovata".

Quanto hanno contato ex leader come Ceccuzzi? Non crede che il Pd sia vittima di veti incrociati e di persone brave a far perdere, non a far vincere?

"So bene quanto hanno contato e cosa hanno fatto i protagonisti di veti incrociati. La lista del Pd era fortemente rinnovata, se avessimo vinto, avremmo portato persone nuove in consiglio. Il passato pesa ancora: ma su diverse persone, me compreso, non su uno solo. E’ un problema con cui fare i conti. E ha pesato anche aver perso un leader di riferimento come Enrico Letta".