Presi ’maghi’ della truffa Si fingevano marescialli per spillare soldi e ori "Così li abbiamo incastrati"

CInque indagati di cui 4 con l’obbligo di dimora: tutti campani. Il procuratore: "Un uomo di Sinalunga ha tirato giù la mascherina. al malvivente costringendolo a fuggire. E poi l’ha riconosciuto". .

di Laura Valdesi

SIENA

"Scusi, suo figlio ha avuto in incidente, è in caserma. Per rilasciarlo servono soldi o gioielli. Viene un collega carabiniere a casa". Panico. Confusione. Magari l’anziano è solo e vede il mondo crollare addosso. Cede. Consegna il malloppo, più o meno consistente. C’è anche chi ha perso 7mila euro. E ori di famiglia. Qualcuno ha implorato i malviventi di lasciare almeno gioielli che affettivamente valevano un tesoro. "A volte chiedono persino carta di credito o bancomat. I truffatori hanno provato a prelevare, per fortuna è andata male", spiega il sostituto Siro De Flammineis. Che ha coordinato l’inchiesta bis sulle truffe con la supervisione del procuratore Nicola Marini. Che dice: "Sembrano inafferrabili ma non è così. Anche se i tanti episodi sono risultato di una realtà tranquilla dove forse, proprio per questo, mancano un po’ di anticorpi".

La banda campana – 4 uomini e una donna ’amanti’ della nostra provincia che hanno agito fra Siena, Chiusi, Monteriggioni e Sinalunga – è dunque stata incastrata da carabinieri e polizia che hanno fatto gioco di squadra con procura e pensionati vittime dei malviventi. "Sono molto soddisfatto che entrambe le forze dell’ordine abbiano mostrato unità d’intenti nel contrastare un reato che colpisce anziani e fasce deboli lavorando in sinergia", aggiunge Marini. Indispensabile per combattere una piaga della nostra provincia, con più denunce al giorno. E decine e decine di casi con danno d’immagine all’Arma perché, appunto, il trabocchetto preferito è quello di fingersi marescialli dei carabinieri.

Non c’è un casus belli. Così tanti i raggiri compiuti fra l’aprile 2020 e il marzo scorso, con tecniche copia-incolla, che è stata la somma dei fatti e il modo di agire a condurre ai 5, quattro dei quali hanno l’obbligo di dimora nei comuni campani di residenza. Così ha deciso il gip di Siena. Un grande aiuto, però, è arrivato da un anziano particolarmente vispo di Sinalunga. All’inizio lui e la moglie ci sono cascati quando hanno ricevuto la telefonata di un finto maresciallo. Diceva che il figlio aveva avuto un incidente, c’erano dei problemi di assicurazione. E per risolvere tutto sarebbe andato al domicilio un collega. Ma quando l’uomo si è presentato alla porta l’anziano ha avuto la prontezza di chiedere il tesserino. Il truffatore è stato preso in contropiede, così l’uomo gli ha abbassato la mascherina che indossava. Capito di essere stato scoperto, è fuggito. Il pensionato non ha esitato a riconoscerlo quando gli è stata mostrata la foto. Si trattava di uno degli uomini della banda. Truffa sventata, un’altra però era andata a segno. "Importante il contributo della videosorveglianza – ha evidenziato il colonnello dell’Arma Gennaro Nasti – in quest’indagine molto tecnica e capillare". Grazie ad esso infatti ecco un altro tassello del mosaico: scovata l’auto con cui si spostava la banda, usata per due truffe commesse a Siena e a Chiusi nel novembre scorso, sono scattati due arresti. E, come un filo di Arianna, hanno consentito di individuare altri componenti del gruppo accusato di truffa e in due casi di estorsione perché minacciavano gravi conseguenze per i familiari dei raggirati se non avessero pagato.

Un’operazione simile era già stata condotta dalla procura qualche tempo fa. "Speravamo che avrebbe rallentato il fenomeno, ma qualcuno ha presto preso il posto degli indagati", osserva De Flammineis mentre il vice questore aggiunto Riccardo Signorel, capo della Mobile, mette in guardia: "Diffidate di chi si presenta con la mascherina. La pandemia è terminata". Aggiunge il colonnello Nasti: "Nessun carabiniere poi telefona a casa e chiede soldi" .