Portanova, niente radiazione. Processo bis in Corte federale

Continua dunque il braccio di ferro del calciatore con la giustizia sportiva. L’avvocato Bordoni: "Manolo è forte, continuerà a giocare con lo stesso impegno". .

di Laura Valdesi

SIENA

Nessuna squalifica di cinque anni con proposta di radiazione, come voleva la procura sportiva. Manolo Portanova, che adesso milita in serie B nella Reggiana, può dunque continuare a giocare. Perché ieri il Collegio di garanzia presso il Coni (vedi articolo nel fascicolo nazionale) ha respinto il reclamo proposto nell’ottobre scorso dal procuratore nazionale dello sport Ugo Taucer che chiedeva appunto il pugno duro. E soprattutto sosteneva che non c’era difetto di giurisdizione, come invece affermato dal tribunale federale nazionale in piena estate. Non titolato dunque a pronunciarsi su un fatto che non riguardava la sfera sportiva.

Questo il cuore del braccio di ferro che ha portato ieri alla ’battaglia’ davanti al Collegio di garanzia a Roma fra Taucer e l’avvocato Silvia Tortorella che assiste il calciatore in questo particolare ambito. Sarà importante leggere le motivazioni perché se da un lato è vero che la spada di Damocle della radiazione è stata spazzata via – e non è certo cosa da poco – c’è stato tuttavia il rinvio alla Corte federale di appello "in nuova composizione", si legge nel comunicato sul sito del Coni. Dunque ad un processo bis della Figc per Portanova "affinché fondi la propria decisione uniformandosi al principio di diritto rassegnato in parte motiva", si legge. Lasciando aperta la strada, sembra di capire, al rischio di censure del mondo dello sport verso comportamenti che esulano da quest’ultimo. La vicenda che riguarda il centrocampista, condannato con rito abbreviato a 6 anni nel dicembre 2022 per stupro di gruppo nei confronti di una studentessa senese, non è certo avvenuta in un contesto legato allo sport. Per la cronaca, il ricorso in appello è pendente a Firenze ma non c’è ancora la data dell’udienza mentre prosegue a Siena il processo a porte chiuse, per lo stesso reato, nei confronti del giovane che quella sera avrebbe compiuto la violenza di gruppo sulla ragazza insieme al calciatore, allo zio di quest’ultimo e ad un minorenne.

"Manolo ha dimostrato di essere forte. E continuerà a giocare con lo stesso impegno e la medesima lucidità che ha messo in questo lungo periodo di traversie varie", le parole del suo difensore l’avvocato Gabriele Bordoni, da sempre molto vicino alla famiglia. "Con la forza ci vinci le battaglie! Col carattere ci vinci la guerra", ha scritto in serata Portanova sul profilo Instagram.

"Non c’è un intento persecutorio – aveva sottolineato ieri il procuratore federale Taucer -; la volontà è che oggi si faccia chiarezza sull’estraneità o meno di questa vicenda da parte del mondo sportivo". Ancora più netto: "Riteniamo che in questa sede si possa considerare la questione interpretativamente, una vicenda non estranea al contesto sportivo perché il fatto incide sulla credibilità del sistema. La volontà è quella di arrivare ad un indirizzo interpretativo. E’ una materia delicata. Non si può ignorare il contesto, è necessario che ci sia una pronuncia". La battaglia dunque non è finita: palla al centro. Si ricomincia.