di Laura Valdesi
SIENA
Il galoppatoio di Pian delle Fornaci ha fatto boom. "Abbiamo preso in gestione la struttura solo il primo settembre scorso e già abbiamo ricevuto molteplici richieste di ampliare ulteriormente il numero dei box. Sono 49, alcuni lasciati gioco forza a selleria, naturalmente c’è anche un po’ di turn over", spiega Sigerico. Che ha avuto l’affidamento per un anno e, stando anche alle dichiarazioni di alcuni fantini che tengono i cavalli a Pian delle Fornaci, un maggiore impegno si è visto. "Uno dei problemi segnalati riguardava la pista che è stata rifatta. Evitando lo ’scalino’ ai bordi, rimuovendo e redistribuendo la terra, aggiungendone altra dove necessario. In modo da rendere il fondo omogeneo", prosegue Sigerico. Che annuncia, entro la fine dell’anno, un intervento di ’revamping’, rendendo più performanti e funzionali i corpi illuminanti. Una delle esigenze registrate. L’altra, che riguarda invece sempre la pista ed è molto sentita, è relativa all’impianto di irrigazione". Ritenuto indispensabile soprattutto d’estate per evitare un polverone che impedisce di galopppare e allenarsi regolarmente. Le tariffe? Stabilite dal Comune. Servono 10 euro, per esempio, per usufruire del circuito e preparare i cavalli senza comunque stare con l’occhio all’orologio.
A portarli stabilmente a Pian delle Fornaci è stato anche il fantino che ha vinto l’ultimo Palio, Velluto. "Ne ho nove – conferma –, personalmente mi ci sono sempre trovato bene. Anche in passato ho avuto cavalli qui, come altri colleghi. Un servizio è sempre stato dato, comunque è vero che si vede un certo impegno". Anche se a galoppare nella pista non sono tantissimi, parere unanime dei fantini che hanno scelto di utilizzare questi box, "perché la stragrande maggioranza ormai le ha realizzate vicino a casa o a scuderia", sottolinea ad esempio Alessio Migheli. "Sono tre anni che tengo qui i miei soggetti – spiega – alla fine non è cambiato molto. C’è da svolgere la manutenzione, passare la pista. Le cose venivano fatte anche in precedenza. Semmai si nota maggiore presenza di personale, di addetti. C’è sempre qualcuno. L’intervento sulla pista svolto una quindicina di giorni fa, quello sì, era rimasto un po’ indietro". Se si chiede cosa servirebbe Migheli non ha dubbi: "Ripristinare, com’era stato detto, l’impianto di irrigazione. Durante l’inverno si mantiene abbastanza ma basta che arrivi il sole d’estate e non si riesce a lavorare. Per il resto Pian delle Fornaci ha la funzione di sempre, quella di galoppatoio". Fra i fantini che sono qui Andrea Chessa, Marco Bitti, Marco Monteriso, Tonino Cossu e Francesco Caria, detto Tremendo. "Per me si tratta di una soluzione punto, tengo qui un paio di cavalli finché non ho terminato di sistemare la pista. Le cose stanno andando bene, c’è più attenzione ai dettagli, anche alla strada. C’è la volontà di fare le cose bene, in regola. Cosa mancherebbe? La giostra per i cavalli sarebbe una comodità non indifferente. Ma capisco che – conclude Caria – anche come spazi non è semplice dislocarle".