Pd: "La svolta securitaria è un errore" a Siena: Europa Verde propone una soluzione

Il PD respinge la svolta securitaria del Comune di Siena e chiede interventi strutturati per integrare i richiedenti asilo, con un servizio di vigilanza non armata e itinerante tra le strutture. Europa Verde Siena sostiene la sicurezza per tutti.



Pd: "La svolta securitaria è un errore" a Siena: Europa Verde propone una soluzione
Pd: "La svolta securitaria è un errore" a Siena: Europa Verde propone una soluzione

"La svolta securitaria del Comune non è la risposta giusta. Il Partito Democratico respinge con forza questo metodo di fare amministrazione". Così in una nota diffusa via social da Giulia Mazzarelli (nella foto), capogruppo Pd in consiglio comunale. "Sarebbe urgente mettere in campo interventi strutturati – si afferma ancora – coordinando l’azione di tutti i soggetti istituzionali e le associazioni di volontariato che da sempre si prodigano in merito". La misura adottata, prosegue la nota, ha solo il risultato di "spaventare i richiedenti asilo e far sentire più sicure le persone che transitano da lì? Non ci risulta che mai nessuno dei richiedenti asilo in questione abbia avuto comportamenti illeciti, aggressivi o pericolosi per l’incolumità pubblica".

L’obiettivo a lungo termine "dovrebbe essere quello di integrare queste persone all’interno della società in un sistema di regole condiviso da tutti, ma in che modo l’assessora e la giunta possono pensare di affrontare la questione con la presenza h24, di guardie armate private, con il costo pubblico oltretutto che questo comporta".

Europa Verde Siena afferma invece di "non voler dare giudizi negativi a prescindere. Chiediamo all’amministrazione comunale di rivedere il progetto sperimentale estendendo e rafforzando il servizio a tutti i parcheggi comunali coperti e interrati, dalla stazione al Duomo, con una presenza di vigilanza non armata e itinerante tra le strutture. La sicurezza deve essere garantita per tutti e tutte. Forse questo servizio può essere utile anche per i giovani pakistani che rischiano di subire le intolleranze diffuse".